San Pietro al Monte, il cardinale Ravasi benedice la candidatura a patrimonio Unesco

«Personalmente, sto impegnandomi per il riconoscimento di San Pietro al Monte in virtù dei rapporti costruiti nel tempo con la direzione Unesco: spero, quindi, di poter suggerire con successo l’accoglimento dell’istanza di riconoscimento, in collegamento con altre abbazie e luoghi significativi d’Italia»: il cardinal Gianfranco Ravasi ha benedetto sabato la candidatura della basilica romanica di Civate durante la propria visita, in cui ha presieduto la messa delle 11.

Presidente emerito (tra il resto) del Pontificio Consiglio per la Cultura, già rettore della Pinacoteca ambrosiana, biblista, teologo, ebraista e autore di oltre 150 libri, Ravasi osserva: «Un’ ulteriore considerazione è che questo patrimonio straordinario dovrebbe essere ancora più fatto conoscere a livello didattico, coinvolgendo a vari livelli le scuole per favorire la più ampia riscoperta architettonica della basilica, rispetto a un fondamentale periodo storico». Come evidenziato da Ravasi, «l’importanza di San Pietro al Monte è architettonica e iconografica oltre che, naturalmente, connessa alla religiosità e alla fede».

Il valore aggiunto è dato, inoltre, da coloro che rendono tuttora possibile ammirare la basilica a mille anni di distanza dalla sua costruzione: «È ammirevole - assicura il cardinale - la partecipazione della comunità alla tutela di questo patrimonio, rara anche a paragone di molte altre esperienze che ho potuto riscontrare altrove, in Italia e all’ estero, dove i gioielli incastonati nella modernità non trovano attenzione, bensì talvolta addirittura indifferenza; qui, al contrario, assistiamo all’opera esemplare dell’associazione “Amici di San Pietro al Monte”, per l’intensità con cui riesce coi propri volontari a custodire il patrimonio ed è questo, peraltro - aggiunge Ravasi - un ulteriore elemento di riacquisizione del passato da parte di una comunità locale orgogliosa e operativamente impegnata nella conservazione, nella custodia e nella tutela.

D’altronde - chiosa Ravasi - come sosteneva il filologo Giorgio Pasquali, “Chi non ricorda, non vive”. Da ciò - è l’auspicio del cardinale - l’importanza di incrementare il gruppo delle guide, che ho trovato preparatissime, e incentivare a vari livelli la crescita della coralità attorno a un patrimonio, tale da poter essere altresì da stimolo per diverse comunità del territorio dove pure esistono tesori, ancorché minori o cronologicamente posteriori».

L’arte unisce e promuove: «Il riconoscimento da parte dell’Unesco - riflette Ravasi - è certamente in grado di collocare San Pietro al Monte in una sorta di album internazionale, al quale si può giungere, con tutte le difficoltà del caso, ma sicuramente l’alto patrocinio è meritato da San Pietro al Monte per la qualità dei restauri, dei quali va reso merito anzitutto a don Vincenzo Gatti, e appunto per la passione corale che vi si riscontra, al di là ovviamente delle caratteristiche intrinseche di questo straordinario sito benedettino».

E’ stata una giornata emozionante in cui 125 persone (5 per ciascun volo) hanno potuto ammirare dall’alto il lago e arrivare a San Pietro al Monte nonostante le proprie difficoltà di movimento, grazie al servizio di elicottero messo a disposizione dall’”Associazione Amici di San Pietro”.

Grande fermento ha accompagnato l’evento, con l’emozione dell’attesa in Valle Santa Croce da dove il velivolo ha fatto la spola, e poi l’entusiasmante sorvolo, con la basilica romanica dinanzi. Una volta atterrati, i moderni pellegrini hanno potuto scoprire il sito romanico grazie alle visite guidate che si sono susseguite. Per il parroco di Civate, don Luca Civardi, «questa giornata viene solitamente dedicata dall’associazione “Amici di San Pietro” ai soci anziani ed è un’opportunità per rileggere il dono costituito da questo luogo e dalle persone che lo mantengono curato e vivo. San Pietro al Monte è una delle perle del territorio e, per Civate, un pezzo di cuore».

Per il presidente della Fondazione comunità di Civate, Natale Castagna, «l’emozione è nella bellezza dei luoghi e nei volontari, davvero presenti per mantenere viva la storia. Ci auguriamo che l’ambìto riconoscimento da parte dell’Unesco arrivi, per questo luogo in cui si coniugano sacralità, storia e arte, e la cui conservazione è merito degli “Amici di San Pietro”». Per il sottosegretario regionale Mauro Piazza «la visita del cardinal Gianfranco Ravasi sottolinea ulteriormente l’importanza del sito, lo sforzo per giungere all’alto patrocinio dell’Unesco da parte della Fondazione comunitaria lecchese e del Fondo comunità di Civate, col Comune e la parrocchia, a fianco dei quali la Regione c’è: c’è con un’opera di sostegno come il recente bando specifico e con la rete di relazioni istituzionali tessuta col Ministero, le articolazioni Unesco e tutti i soggetti all’opera per definire un itinerario benedettino patrimonio dell’umanità».

San Pietro al Monte, il cardinale Ravasi benedice la candidatura. Video di redazione

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