Romeo Sozzi e il legno

Un connubio fatto di emozioni

VALMADRERA

A Lariofiere ha portato e avvertito un messaggio importante: «Un inno alla sensibilizzazione verso il legno. Questa è la seconda volta che lo vivo qui a Erba e ne sono felice».

Forlener è infatti al suo esordio in Lombardia dopo le edizioni piemontesi, ma lo scorso anno nel centro espositivo erbose è avvenuto un evento che si è rivelato ponte con quello attuale.

Sozzi ribadisce come il legno sia centrale nella nostra storia e nelle nostre esistenze: «E la gente dovrebbe accorgersene. Un tempo non si nasceva certo in clinica, bensì in casa, sul tavolo della cucina. Scandisce ogni momento della vita, anche la sua fine». Di fronte a questa considerazione, una sola parola dovrebbe suscitare tra gli uomini: rispetto.

Bisognerebbe organizzare – sottolinea Sozzi – in modo sistematico, quindi un vero progetto in cui per ogni persona nata si pianta un albero. «Immaginate un viale alberato, dove ogni essenza ha il nome della persona – osserva – non è questione di essere padroni. Non si è padroni di nulla al mondo, nemmeno io della mia azienda. Piuttosto si è responsabili e così continua la vita».

A Lariofiere la rassegna vuole preservare i settori di un’economia ampia scandita dal legno, centrale resta però il messaggio di educazione, caro a Sozzi. Necessaria, a partire dai più giovani: «Non abbiamo la cultura austriaca delle foreste o quella degli americani – rileva – Ecco perché è preziosa la sensibilizzazione». Il legno, lungi dall’essere fragile, è capace di resistere oltre l’uomo, quando quest’ultimo lo sa lavorare: «Difatti – conclude Sozzi- un mobile fatto bene dura nel tempo. Possiamo vedere ancora una cassapanca di 500 anni fa. Allo stesso modo, il tempo cancella il mobile sbagliato».