Cronaca / Circondario
Domenica 30 Luglio 2017
Rifondazione choc: «Basta migranti
Solidali con i sindaci che dicono “no”»
Il partito della sinistra radicale protesta contro l’accoglienza imposta dall’alto
«Sdegno per le modalità di assegnazione e per i vantaggi a cooperative apparse dal nulla»
«Siamo solidali con le proteste del sindaco Giuseppe Conti di Garlate e del sindaco Flavio Polano di Malgrate e chiediamo alle istituzioni un vero tavolo di confronto dove non si parli solo di emergenza profughi e di “dislocazioni” imposti dall’alto senza».
La Federazione di Lecco del partito della Rifondazione Comunista comunica, guidata dal segretario Andrea Torri, ai sindaci del territorio la propria massima solidarietà, sulle questioni che riguardano l’accoglienza dei migranti. Gli enti locali infatti si ritrovano con gruppi di richiedenti asilo sul territorio, senza esserne informarti nè aiutati. Il caso più recente è proprio quello di Garlate , dove il sindaco ha saputo dell’imminente arrivo dei migranti solo perché si è scoperto che il proprietario di due appartamenti aveva avviato dei lavori nei locali per sistemarli per affittarli a una cooperativa. Peccato però che i lavori fossero abusivi e senza titolo abilitativo. Ne è nata una ordinanza di sospensione, e la cosa ha scatenato una serie di proteste.
Ora da Lecco arriva il sostegno dai componenti di Rifondazione comunista:«A due anni dall’arrivo delle prime ondate di disperati della terra in Italia, a Lecco il dibattito pubblico continua ad essere carente sulle iniziative da prendere per realizzare non solo quell’accoglienza così tanto gridata attraverso i proclami pubblici, ma un progetto di vera integrazione sul quale invece Istituzioni e forze economiche di questo territorio tacciono. E aggiungono: «Due anni persi dove le uniche istituzioni che hanno avuto vantaggi sono state cooperative apparse dal nulla che ricevono milioni di euro per la gestione quotidiana dei campi profughi. La modalità autoritaria con la quale il governo e la prefettura hanno imposto ai Comuni di accettare gli insediamenti ha creato una zona grigia di “non dialogo”. I sindaci si sono visti apparire dal giorno alla notte decine di profughi dislocati improvvisamente nel proprio Comune. Chiediamo con forza che si crei un tavolo permanente che veda presenti tutti quegli enti che devono fare progetti di “Integrazione” nel futuro, oltre la semplice accoglienza: che si parli di lavoro, non solo gratuito, abitazioni e vita sociale per tutti, italiani e migranti, di vita degna per qualsiasi essere umano».
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