Cronaca / Circondario
Sabato 31 Ottobre 2015
Richiesta di soldi da don Trussardi?
Non cascateci: è una truffa degli hacker
Vercurago, un’anonima banda è riuscita ad accedere all’indirizzario dell’asilo nido. Mail inviate a nome del parroco: «Sono in Costa d’Avorio, ho bisogno di aiuto finanziario»
Un computer hackerato dalla Costa d’Avorio per cercare di truffare decine e decine di persone inviando una mail di richiesta fondi a nome di don Roberto Trussardi.
Fortunatamente l’allarme è scattato in modo tempestivo, grazie alle immediate segnalazioni che i primi destinatari hanno fatto in parrocchia, ma il tentativo di frode condotto in modo mirato da anonimi hacker rischia di far cadere qualcuno, magari poco avvezzo alle insidie della Rete, nella trappola.
È accaduto a Vercurago, dove qualche esperto di hackeraggio è riuscito a penetrare tramite un virus nell’indirizzario dell’asilo nido, usandone quindi tutti i contatti per l’invio di mail che, con un indirizzo mittente contraffatto in modo lieve, con una vocale scambiata per rendere quasi impercettibile la differenza ([email protected]), richiedeva aiuto a nome del parroco.
«Buongiorno – è il testo completo della mail-truffa -. Come stai? Dove ti trovi in questo momento? Avresti un po’ di tempo da consacrare a una situazione particolare che mi riguarda discretamente e via e-mail? Perché in questo momento non ho più il cellulare».
Quindi, sostenendo l’assenza del cellulare, si auspica che il destinatario non cerchi di contattare il “mittente” se non tramite posta elettronica. «Ho appena effettuato un viaggio in Costa D’Avorio – prosegue - e più precisamente a Abidjan per dei motivi personali. Mi ritrovo in una situazione difficile e non so cosa farei senza il tuo sostegno e aiuto. Avrei bisogno di un aiuto finanziario, solo un prestito che ti rimborserò non appena sarò di ritorno dal mio viaggio. Sono nell’attesa urgente di una tua risposta, fammi sapere. don Roberto».
Uno schema già utilizzato e conosciuto, ma che fa effetto proprio perché mirato sulla figura del parroco di Vercurago e Pascolo. Che, ovviamente, era all’oscuro di tutto e ha subito compiuto i passi del caso per bloccare la truffa. «Abbiamo subito sporto denuncia e la polizia postale. I loro tecnici hanno accertato che il tutto è partito dalla Costa d’Avorio».
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