Olginate: residenti e commercianti hanno paura. Avviata una raccolta firme

«Il lungolago è diventata zona per giri loschi. Servono interventi risolutivi»

Una raccolta firme per segnalare alla Prefettura, alle istituzioni e alle forze dell’ordine le difficoltà e le paure di chi vive e lavora nella zona del centro storico di Olginate. Una zona, quella del lungolago, che proprio secondo gli abitanti è diventata difficile e problematica nonostante gli interventi attuati dalle Forze dell’ordine e nonostante gli investimenti effettuati per valorizzarla e renderla attrattiva per i turisti.

È questa l’iniziativa che da alcuni giorni vede coinvolto un gruppo di residenti delle vie Alessandro Manzoni, San Rocco, Torre, piazza Garibaldi, ma anche vicolo del Torchio, vicolo del Morone, via Santa Margherita e il lungolago Martiri della Liberazione. Cittadini che hanno preparato una raccolta firme per chiedere il sostegno degli olginatesi e far sentire così più forte, la propria voce presso le istituzioni. Da giorni, girano di casa in casa e stanno portando i fogli della petizione nei negozi e nelle attività del paese e sui social, per raccogliere quante più adesioni possibili.

Un’azione che hanno deciso dopo i recenti fatti che si sono verificati proprio sul lungolago, quando in seguito all’ennesimo problema causato da alcuni avventori del bar “The River caffè”, i titolari scoraggiati hanno deciso di chiudere temporaneamente per protesta. Un’azione che ha raccolto la solidarietà degli olginatesi e che ha portato l’attenzione sulle difficoltà che incontrano residenti e commercianti. Come ci spiegano i promotori: «Il problema è che la zona è diventata, soprattutto dopo il Covid, il punto centrale di un via vai di giri loschi. Oltre ai fatti di cronaca nera che si sono registrati negli ultimi anni, parliamo di accoltellamenti, orecchie staccate, risse e spaccio, ogni giorno assistiamo a piccoli e grandi episodi preoccupanti, che stanno condizionando le nostre vite e non ci fanno sentire sicuri nemmeno nelle nostre case».

E raccontano: «Sappiamo che ci sono state più operazioni di polizia in questa zona, e che le forze dell’ordine effettuano controlli e pattugliamenti. Ma ci sono ancora spacciatori che agiscono anche alla luce del sole. Ci sono appartamenti che sono diventati il punto di riferimento per individui poco raccomandabili che lì trovano accoglienza e ospitalità, non sappiamo ovviamente in che termini, ma la cosa condiziona nostro malgrado anche noi. Veniamo svegliati nel cuore della notte da urla di persone aggressive che cercano questi rifugi, suonano ai nostri campanelli o litigano tra di loro. In più si ritrovano nei paraggi a bere e gozzovigliare. Oltre a svegliarci di notte, ci ritroviamo porte e finestre piene di bottiglie vuote e urina ovunque». L’elenco che descrivono è lungo: «Impossibile camminare in zona del ponte senza avere paura, perché ci sono sempre gruppi di persone equivoche. Eppure il comune ha investito per riqualificare la piazza, il lungolago ma la gente non può vivere e godersi questi luoghi».

Ci spiegano quindi il senso della raccolta di firme: «Vogliamo portare questi fatti all’attenzione di tutte le istituzioni del territorio e delle forze dell’Ordine per chiedere interventi che siano risolutivi. Non è giusto che noi cittadini e lavoratori onesti dobbiamo aver paura».

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