Olginate: «Andrea dove sei?». Residenti esasperati per le urla continue in piena notte

Olginate

“Andrea! Andrea!” Italiani, nord africani, slavi. Ad ogni ora della notte, tutte le notti c’è qualcuno che urla per chiamare tale Andrea. C’è chi sostiene che l’abitazione di quest’uomo sia un posto noto per chi è in cerca di ospitalità, c’è chi teme invece, che ci siano in ballo giri loschi. La questione però è pesante, con residenti che vengono continuamente svegliati nel cuore della notte da queste urla o da litigi e insulti che scoppiano tra quanti cercano Andrea. La zona in questione è quella del centro storico a lago.

Una zona già più volte finita negli articoli di cronaca nera per situazioni di disagio e problematiche che hanno allarmato non solo residenti, ma anche le istituzioni locali. Le Forze dell’ordine sono più volte intervenute sia per operazioni antidroga che su chiamata dei cittadini, in particolare ogni volta che scoppia una lite. Solo settimana scorsa i carabinieri hanno arrestato un giovane che risiedeva in zona ed è risultato essere l’autore di una lunga serie di furti di auto e in abitazioni.

Risolta una situazione problematica, se ne è creata un’altra. Come spiegano i residenti che ci hanno contattato e ci hanno anche mostrato i video girati nei paraggi, in cui si sentono le continue urla notturne. «Vorremmo chiedere ad Andrea di farsi installare per favore un campanello».

Il senso dell’umorismo non manca, ma la pazienza è arrivata al limite: «È da mesi che la situazione si ripresenta praticamente ogni notte e pure più volte. Continuano ad arrivare persone che cercano tale Andrea e per chiamarlo non fanno altro che urlare il suo nome. Per noi è diventato impossibile dormire senza interruzioni perché, se non sono le urla a svegliarci, lo fanno i pungi e i calci che vengono dati al portone di quest’uomo, per attirare la sua attenzione o come preludio a una nuova lite». Non solo: «Capita pure che questi che cercano Andrea, sbaglino casa e le urla le fanno sotto le finestre di noi ignari residenti che c’entriamo niente. Prendono a calci anche le nostre di porte. Davvero non ne possiamo più. Che Andrea si decida una buona volta a dotarsi di un citofono».

© RIPRODUZIONE RISERVATA