Nuovo depuratore nell’ex cava Mossini, l’iter procede senza intoppi

Galbiate

La ex cava Mossini di Galbiate è stata giudicata sicura dal punto di vista idrogeologico e potrebbe diventare la sede del nuovo maxi-depuratore che servirà la parte centrale della provincia di Lecco. Secondo Marco Bonaiti, presidente dell’ufficio d’ambito di Lecco, le indagini geologiche e archeologiche effettuate dai tecnici di Lario Reti non hanno evidenziato problemi che possano impedire la realizzazione dell’impianto. Ora si sta lavorando sulla parte burocratica, tenendo conto anche delle nuove normative introdotte lo scorso anno, con l’obiettivo di assegnare l’incarico per la progettazione.

Essendo un’ex cava, l’iter amministrativo è complesso e coinvolge diversi enti, tra cui Provincia e Regione. Un punto da chiarire riguarda l’acquisizione dell’area, attualmente di proprietà privata: bisognerà decidere se, quando e a quale prezzo gli enti pubblici la compreranno. Questo elemento potrebbe incidere sui costi complessivi dell’opera, che già si prevede molto onerosa: si stima un investimento di 2,4 milioni di euro tra il 2024 e il 2029, e di 31,4 milioni tra il 2030 e il 2035.

Nonostante le complessità, l’esito positivo delle indagini rappresenta un passo avanti verso la realizzazione di un’infrastruttura destinata a portare numerosi benefici nel lungo periodo. Il progetto prevede la costruzione dell’impianto in tre fasi, ciascuna con una capacità di 60mila abitanti equivalenti. Il primo lotto sostituirà il vecchio depuratore di Lecco, attivo dagli anni Settanta in via Buozzi. Il secondo e il terzo lotto prenderanno il posto degli impianti di Valmadrera, Mandello, Ballabio e Barzio.

I depuratori esistenti non verranno completamente eliminati, ma in parte riconvertiti in serbatoi per la raccolta dell’acqua piovana, come già avvenuto tra il 2019 e il 2021 con gli impianti di Varenna e Perledo, oggi al servizio del depuratore di Bellano.

A pieno regime, il nuovo impianto di cava Mossini servirà circa 180mila abitanti e sarà dotato di otto linee di depurazione, rendendo più agevole la manutenzione rispetto all’attuale depuratore di Lecco, che dispone di sole due linee. Questo significa che i lavori di manutenzione potranno essere gestiti senza compromettere il funzionamento dell’intero impianto.

Inoltre, il nuovo depuratore utilizzerà tecnologie moderne e uniformi, superando l’attuale frammentazione tecnologica dovuta al fatto che i cinque depuratori esistenti sono stati costruiti in epoche diverse da aziende differenti. L’opera porterà un miglioramento della qualità dell’acqua scaricata e contribuirà alla sostenibilità ambientale, consentendo anche lo sfruttamento energetico dei fanghi residui. Attualmente, questi fanghi vengono essiccati e utilizzati come fertilizzanti, ma nessuno degli impianti della provincia di Lecco ha dimensioni tali da consentire la produzione di biogas da metano. Il nuovo maxi-depuratore di Galbiate potrebbe invece rendere possibile anche questa opportunità, aumentando l’efficienza e riducendo l’impatto ambientale.

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