«Niente sciopero, ma servono soluzioni». Gli autotrasportatori lecchesi sospendono la mobilitazione

Lecco

Sospesa la maxi – mobilitazione con cento camion prevista lunedì mattina a Lecco. Lo ha deciso la Federazione degli autotrasporti nel tardo pomeriggio di oggi durante un incontro online con una quarantina di aziende. Durante la riunione il segretario regionale Giorgio Colato e il presidente della Fai Lecco – Como hanno riferito ai membri l’esito dell’incontro avvenuto poche ore prima con il Questore Stefania Marazzo.

“Si è deciso all’unanimità – spiega la Fai in un comunicato - di dar credito al Prefetto che ha manifestato la volontà di convocare un tavolo per la prossima settimana. In assenza di garanzie che assicurino alle aziende di trasporto il proprio diritto alla “libera circolazione “, gli autotrasportatori danno fin da ora il mandato alla Fai di organizzare nei tempi previsti dalle disposizioni vigenti una manifestazione con almeno 200 Tir e nel contempo attivare un’azione legale con richiesta di danni ai sindaci che senza motivo ne impediscono l’attività”.

In altre parole: se entro una settimana non viene convocato il tavolo e non si trova un accordo gli autotrasportatori sono pronti a mobilitarsi in misura ancora maggiore. La notizia arriva al termine di una giornata convulsa in cui tanti, a partire dal consigliere regionale di Fratelli d’Italia Giacomo Zamperini, si sono mossi per cercare di risolvere la situazione. Ad accendere ulteriormente il clima era stata in mattinata la dura presa di posizione del sindaco di Pescate, il quale ha difeso con forza la scelta di vietare il transito dei trasporti eccezionali sullo svincolo della statale 36.

“In tutti questi anni – ha sottolineato De Capitani - gli autotrasportatori non hanno mai manifestato contro una viabilità locale da Terzo Mondo. I carichi eccezionali devono essere autorizzati e sotto gli svincoli del Terzo ponte c’è un attraversamento ciclopedonale che l’Anas anni fa ha lasciato a noi e che da 40 anni non vede interventi di manutenzione. Non abbiamo i disegni, i calcoli e i coefficienti di sicurezza di quel manufatto e nemmeno risultanze di prove di carico per testarne la resistenza. In più ci sono crepe trasversali evidenti sulla spalla nord e copriferri scoperti, sintomi di una sofferenza strutturale”.

Per il sindaco di Pescate la soluzione è una sola. “Quel tratto di strada deve tornare ad Anas. – ribadisce De Capitani - Loro hanno la forza economica e tecnica per rimetterlo in sicurezza per i carichi eccezionali. Su quel sottopasso ciclopedonale ci passeranno anche quelli i mezzi diretti al futuro quarto ponte. Pescate non ha la forza economica per farsi carico della manutenzione. La lasceranno a noi comunque? Non sono obbligato a far transitare i veicoli fuori carico e non voglio spendere i soldi dei cittadini di Pescate per sistemare quel sottopasso. Un sindaco ha il dovere di tutelare la sicurezza”.

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