«Niente matrimoni al Castello di Rossino? Lo ha deciso il Comune»

Richiesta di un’ordinanza contingibile e urgente di messa in sicurezza della terrazza panoramica del Castello di Rossino. Dove, in occasione di matrimoni ed eventi, si accalcano oltre 200 persone. Per Nicola Lozio, è questa la vera ragione per cui il Comune di Calolziocorte ha deciso di rescindere il contratto di comodato d’uso gratuito delle sale del castello per la celebrazioni dei matrimoni.

È ciò sostiene il comproprietario dell’edificio, che smentisce quanto riportato dalla delibera di giunta che mette fine a una consuetudine avviata nel 2015 sotto l’amministrazione del sindaco Cesare Valsecchi. Lozio spiega che dietro a tutto c’è la sua «richiesta di emissione di un’ordinanza contingibile e urgente sollecitata al Comune di Calolziocorte a tutela dell’incolumità pubblica essendo la “terrazza panoramica” pericolante e non volendo mia sorella provvedere alla sua manutenzione».

A fronte della richiesta, invece di emettere l’ordinanza, l’amministrazione comunale ha scelto «di risolvere il problema recedendo dal contratto di comodato stipulato con mia sorella», Lisa Lozio. Nicola Lozio continua affermando di non avere «affatto richiesto che il Comune recedesse dal contratto di comodato in essere, in quanto non informato dello stesso», né d’averlo «mai auspicato».

Il comproprietario del castello, anche sulla base di una perizia geologica firmata dallo stesso tecnico a cui il Comune si era rivolto nel 2003 per la valutazione di una frana sottostante il castello, sostiene che la «terrazza panoramica dovrebbe essere immediatamente inibita dal momento che la permanenza sull’area di un elevato numero di persone (circa diecimila avventori ogni anno) potrebbe contribuire al cedimento e franamento della terrazza stessa con grave rischio per l’incolumità e sicurezza pubblica». Se dovesse accadere, osserva, «vi sarebbe una concorrente responsabilità penale (oltre che civile), oltre che dei proprietari del castello, anche del Comune per non avere ordinato la messa in sicurezza della suddetta area così come richiesto dallo stesso geologo».

Con malinconia, Lozio ricorda il precedente sindaco Cesare Valseccchi, che «si è sempre adoperato per favorire e coltivare armonia fra i comproprietari». Cosa che, sostiene, non fa l’attuale. Arrivando ad affermare che «l’odierna amministrazione del Comune di Calolziocorte entra invece faziosamente, a gamba tesa nei rapporti fra gli stessi comproprietari, promuovendo e favorendo sconvenienti squilibri, tensioni e lacerazioni, tali da compromettere irrimediabilmente lo svolgimento dell’attività degli eventi presso il Castello di Rossino».

Da parte sua, il sindaco Ghezzi non entra nelle diatribe famigliari. E si limita ad assicurare che «non c’è nessun pericolo e per questo non abbiamo emesso nessuna ordinanza. Lo dimostreremo con gli atti». E così, stante l’evidente dissenso tra i proprietari, è improbabile che la ripresa delle celebrazione risulti così scontata come pareva fino all’altro giorno.

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