Morto con il parapendio, ipotesi malore o errore. «Non può essere stato il meteo»

Shock e sconcerto: l’incidente avvenuto sul Corno Birone l’altra sera lascia senza parole gli appassionati di parapendio. Nella disgrazia ha perso la vita il 46enne Antonio Angelini, comasco di San Fermo della Battaglia. Dovrà essere fatta luce sulle cause, dal malore all’errore di manovra. Angelini si era lanciato dal Cornizzolo, dove ieri - all’indomani dell’accaduto - regnava una sola certezza: «Non può essere stato il meteo, la causa». Questa, la perentoria teoria degli sportivi, intenti a saltare. «Martedì - spiegano - si è volato tranquillamente per tutto il pomeriggio. Certo, ci sono state, in alcuni momenti della giornata, formazioni cumuliformi, ma le condizioni non erano in alcun modo proibitive». Il decollo di Angelini è avvenuto dalla celebre area sul Cornizzolo teatro altresì di gare internazionali, a breve distanza dal rifugio Sec, che sovrasta l’abitato di Suello (qui normalmente poi avvengono gli atterraggi, in prossimità del ristorante “Cielo e terra”).

Il 46enne comasco è precipitato però sopra Valmadrera. Aveva già volato in zona: ad aprile dello scorso anno aveva compiuto un memorabile atterraggio di fortuna nella piazza della frazione di Casletto a Rogeno, dove numerosi abitanti si erano precipitati per portargli soccorso e un volontario della Protezione civile di passaggio aveva collaborato per garantire la sicurezza dei veicoli in transito; in quell’occasione, Angelini non si era fatto nulla. Il Birone, invece, martedì non ha perdonato: dopo lo schianto contro la parete, l’uomo è caduto per decine di metri, in un punto molto scosceso e impervio, che i soccorritori hanno potuto raggiungere solo calandosi con il verricello. Da terra si erano messi in marcia attorno alle 18.30 i primi operatori del Soccorso alpino, stazione Triangolo Lariano della XIX Delegazione Lariana, ma è stato un elicottero “Drago” decollato poi dall’aeroporto di Malpensa a consentire di localizzare il corpo; sono stato fatti convergere quindi i soccorritori in eliambulanza dall’agenzia di emergenza Areu di Como, tra cui un medico, a cui è spettato il compito di constatare il decesso. La salma è stata recuperata e successivamente ricomposta nella camera mortuaria dell’ospedale di Lecco.

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