Morte di Jennifer, proseguono le indagini. Al giovane al volante non è stata ritirata la patente

Intanto, su mandato del papà di Jenny, l’avvocato Marcello Perillo ha depositato formalmente una querela in Procura nei confronti del 22enne alla guida dell’auto

Le indagini cinematiche per accertare la velocità, le analisi delle immagini pubblicate sui social e poi cancellate, gli accertamenti sui telefoni cellulari, ma soprattutto gli esiti degli esami tossicologici disposti sul giovane al volante.

Per consentire alla Procura di chiudere il cerchio e cristallizzare le eventuali responsabilità del 22enne di Malgrate alla guida della Bmw serie 1 che all’alba di venerdì 10 gennaio si è schiantata contro un parapetto in cemento all’imbocco della superstrada 36, ad Abbadia Lariana, costato la vita a Jennifer Alcani, 13 anni, papà albanese, di Lecco. Inscritto nel registro degli indagati per omicidio stradale potrebbe essere sottoposto a misura restrittiva nel caso in cui fossero ravvisate aggravanti come la guida in stato di ebbrezza o l’eccesso di velocità. Nei suoi confronti al momento non è scattato nemmeno il ritiro della patente.

Eppure un testimone avrebbe visto l’auto zigzagare, correre a oltre cento chilometri all’ora prima di sbandare e finire fuori strada. Sulla Bmw bottiglie di alcolici, visibili nel video postato su Tik Tok dal 19enne, proprietario della vettura (non guidava perché non aveva ancora passato l’esame), seduto accanto al 22enne la notte della tragedia. Nelle immagini la musica rapper a tutto volume, il contachilometri che sfiora i 150 chilometri all’ora, l’orologio che segna le 4.54 del mattino. Jennifer dormiva sul sedile posteriore. Non si è più svegliata: dal sonno al coma, fino alla morte dopo sei giorni di agonia nel reparto di Neurorianimazione dell’ospedale Manzoni. Era uscita senza dire nulla alla mamma con cui viveva a Germanedo.

Un panino da Mc Donald, la serata con gli amici, mentre la madre credeva che dormisse nella sua camera. A svegliarla sono stati i carabinieri per darle la più terribile delle notizie: la figlia era in ospedale, gravissima. “Tu sei stata troppo, troppo per me, troppo per noi, troppo per tutti. Eri una forza della natura. In questi giorni in cui tutto mi crolla addosso, sei tu a farmi resistere”, le parole strazianti della donna ai funerali. Centinaia di giovani in lacrime, non c’erano Massimo e Michele, i due ragazzi coinvolti nell’incidente, che ancora non sono stati ascoltanti dagli inquirenti. “Jenny un guscio fragile in mezzo al mare. La vita non è un video sui social, non è un reel che alla fine in pochi secondi ricomincia sempre da capo. La vita è unica, la dovete custodire”, il monito toccante del prevosto di Lecco don Bortolo Uberti.

Intanto, su mandato del papà di Jenny, l’avvocato Marcello Perillo ha depositato formalmente una querela in Procura nei confronti del 22enne alla guida dell’auto: un atto non necessario, dal momento che si procede d’ufficio, ma deciso, evidentemente, per chiedere esplicitamente giustizia per la figlia.

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