Morta travolta sulla Provinciale: lunedì l’incarico per l’autopsia

Verrà conferito lunedì dalla Procura della Repubblica di Lecco l’incarico per l’esecuzione dell’autopsia sul corpo di Luisa Spreafico, 69 anni, residente a Malgrate nel rione Gaggio, investita lunedì della scorsa settimana a Bartesate, sulla Sp Galbiate-Colle mentre rientrava nella propria casa di campagna dal mercato.

L’esame autoptico avverrà poi successivamente: sarà, probabilmente, a maggior ragione importante dopo la testimonianza dell’ex vicesindaco e attuale consigliere comunale di Ello, Gianluigi Valsecchi transitato sul luogo dell’incidente attorno alle 11. Nel suo racconto, pubblicato in esclusiva su “La Provincia”, Valsecchi ha riferito di aver incontrato sul posto l’investitrice e il marito, entrambi di Ello, che gli hanno detto di «avere chiamato i soccorsi, infatti arrivati di lì a poco». Valsecchi ha altresì riferito che «il marito dell’automobilista (con un altro testimone di quei drammatici momenti) ha sempre cercato, per tutto il tempo, di mantenere desta l’attenzione della ferita, che respirava, ancorché in modo irregolare, ed era priva di conoscenza».

Nel registro degli indagati è stata iscritta M. B. - la moglie - di 62 anni: l’accusa è di omicidio stradale aggravato dalla fuga del conducente. Stando alla tesi accusatoria, la guidatrice si è allontanata dopo avere investito la quasi coetanea malgratese. Da Valsecchi si è appreso che però poi era lí: sarebbe dunque tornata indietro, col marito. L’incidente sarebbe avvenuto verso le 10.30; la 69enne sarebbe stata sbalzata oltre il guardrail della Sp58 dalla violenza dell’urto. I soccorsi risultano chiamati alle 10.52.

L’autopsia sarà mirata, in particolare, a cercare di stabilire se una più tempestiva richiesta di soccorsi sarebbe stata determinante ai fini di consentire la sopravvivenza della vittima. Infatti, il decesso viene ritenuto imputabile principalmente ai traumi alla testa riportati dalla Spreafico (vano l’intervento chirurgico eseguito il lunedì stesso). L’esame autoptico dovrebbe riuscire a determinare il peso che il ritardo nei soccorsi può avere avuto nell’epilogo mortale, oltre ad altri aspetti. Intanto, la Procura ha prospettato «ulteriori accertamenti, anche di natura tecnica, volti alla completa e corretta ricostruzione dell’accaduto». Tra gli aspetti da chiarire potrebbe esserci (e assumere eventualmente rilevanza nel procedimento a carico dell’automobilista) la collocazione del pedone che - secondo il codice - ha l’obbligo di camminare in senso opposto a quello dei veicoli, quindi sul margine sinistro sulle strade senza marciapiedi, poste fuori dai centri abitati e a due sensi di marcia. La Spreafico è stata rinvenuta invece sul lato destro.

Solitamente, tra gli elementi di valutazione da parte del giudice rientra altresì se il pedone costituisse, o meno, un ostacolo prevedibile ed evitabile, ma la 69enne sarebbe stata investita in curva. La Procura, come di prassi, ha inizialmente nominato per la 62enne un avvocato d’ufficio, che l’investitrice non ha confermato: ne ha nominato uno di fiducia, appartenente al Foro di Milano. La Spreafico ha lasciato nel dolore il marito, Alessandro Butta e tre figli, uno dei quali è docente nell’università tecnologica di Praga. Oltre agli aspetti penali, la vicenda giudiziaria avrà risvolti relativi alla costituzione di parte civile.

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