Moria di pecore, il sindaco Montanelli: «Due settimane per avere risposte»

“Serviranno almeno un paio di settimane per avere dei dati significativi”. Piergiovanni Montanelli, sindaco di Galbiate, attende con fiducia che i tecnici di Ats completino le loro indagini su quanto accaduto lunedì scorso a San Michele: un intero gregge decimato; centinaia di ovini deceduti nel giro di poche ore. La notizia ha scioccato la comunità galbiatese e ha creato sconcerto tra gli allevatori del territorio.

“Speriamo – sottolinea Montanelli – che si faccia chiarezza sull’accaduto quanto prima. Le indagini in corso sono ampie e delicate. Il gregge è arrivato a San Michele dopo una transumanza partita dai piani d’Erna. È un tragitto lungo”. A scopo precauzione, il comune di Galbiate ha emesso un’ordinanza che vieta l’accesso alla zona di verde in cui gli ovini hanno pascolato prima di sentirsi male.

“Si tratta di un’area circoscritta – spiega il primo cittadino – collocata vicino ad un traliccio trecento metri dopo la chiesa incompiuta di San Michele, nelle vicinanze della baita di Pescate. A poca distanza c’è l’imbocco della mulattiera che porta a ponte Azzone Visconti. L’ordinanza vieta l’ingresso in quell’area verde, dove tra l’altro per una giornata sono state depositate le carcasse degli ovini deceduti. Il provvedimento rimarrà in vigore fino a quanto i tecnici di Ats e Arpa non ci confermeranno che è tutto a posto e non ci sono pericoli”.

L’area è storicamente frequentata da greggi in transumanza. Lì è presente anche un fontanino. “Nell’ultimo periodo – evidenzia Montanelli - non sono stati segnalati casi di animali selvatici deceduti nella stessa zona. È improbabile che ci siano state delle contaminazioni ma saranno gli esperti a chiarirlo”. Il racconto rilasciato l’altro giorno a queste colonne da Mauro Farina, l’allevatore proprietario del gregge, fotografa drammaticamente l’entità del danno: dei 560 capi arrivati a San Michele, ne sono rimasti vivi 82. In fumo non sono andati solo migliaia di euro ma anche centinaia di migliaia di ore di lavoro appassionato, necessario per creare e portare avanti un gregge.

“È una vicenda davvero molto triste. – conclude Montanelli – Una moria di capi di bestiame così importante in così poco tempo lascia aperti tanti punti interrogativi. Siamo molto dispiaciuti per il pastore. L’agricoltura e la pastorizia sono parte integrante della storia di Galbiate. Oggi, per fortuna, c’è una riscoperta di queste attività che svolgono ruolo prezioso anche nella tutela e nel presidio del territorio. Per la comunità di Galbiate le transumanze del bestiame sono da tempo eventi piacevoli con cui convivere”.

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