
Cronaca / Circondario
Giovedì 27 Marzo 2025
Monte Marenzo: deportati nei lager, una medaglia alla loro memoria
Ieri la cerimonia con il prefetto di Lecco, Sergio Pomponio. Cinque internati hanno ricevuto il riconoscimento. La commozione dei parenti: «Ferita mai sanata»
Monte Marenzo
Il prefetto di Lecco e i sindaci di Lecco, Merate, Olgiate Molgora, La Valletta Brianza e Cernusco Lombardone hanno consegnato cinque medaglie d’onore ai familiari di altrettanti cittadini che, durante la seconda guerra mondiale, furono strappati all’affetto delle famiglie per essere deportati nei campi di lavoro dai nazifascisti.
Chi non è tornato
Alcuni di loro non riuscirono a tornare. Altri, invece, rientrarono alla fine della guerra, raccontando delle immense sofferenze patite nei campi di in Germania. Ieri, alla scuola primaria di Monte Marenzo, il prefetto Sergio Pomponio ha onorato la loro memoria. Un gesto che si è voluto compiere davanti ai bambini della primaria “Abele Colombo”, caduto sul fronte russo e medaglia al valore militare, perché «la libertà di cui godiamo oggi è frutto anche del loro sacrificio».
Commossi i ricordi dei tanti parenti che hanno partecipato alla cerimonia. Quelli di Alessio Centenaro di Monte Marenzo hanno ricordato come venne portato in Germania e in che modo riuscì a sopravvivere, nutrendosi di pelle di patate, zucchero e poco altro. I parenti di Carlo Riceputi di La Valletta Brianza hanno invece parlato dei lunghi periodi di ferma militare e di quelli brevi di congedo, ottenuti grazie a licenze agricole. I familiari di Luigi Gironi di Merate hanno fatto cenno alla «consolazione» di vedere ricordato il nome del proprio caro dallo Stato, a distanza di tanti anni, sentendosi quindi «in parte ripagati delle sofferenze patite». I discendenti di Alessandro Lavelli di Olgiate Molgora hanno invece ricordato come gli internati in passato siano stati dimenticati. «Il riconoscimento dello Stato diventa ora importante perché si ammette che anche loro hanno combattuto per la libertà». Anche se, in molte famiglie, quello che è accaduto, specie nel caso in cui i deportati non sono più riusciti a tornare a casa, ha lasciato profonde ferite.
Un mondo senza più guerre
Da ultimo, è stata consegnata una medaglia ai famigliari di Francesco Savoia di Cernusco Lombardone che, dopo avere combattuto su vari fronti, venne ferito nella sacca del Don e si salvò grazie alle provvidenziali cure di una ragazza russa. A rendere significativo l’evento, la presenza i piccoli alunni che hanno aperto la cerimonia cantando l’Inno d’Italia per poi concluderla con l’Inno alla gioia, un invito alla pace e alla fratellanza, per un mondo senza più nemici né guerre.
Monte Marenzo: cinque medaglie in ricordo dei deportati nel lager
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