Monte Barro, il Pd all’attacco: «Nuovo presidente, il trionfo dell’ipocrisia»

Il cambio della guardia alla guida del Parco Monte Barro è stato «il trionfo dell’ ipocrisia», secondo il Circolo Pd di Galbiate coordinato dall’avvocato Giuseppe Visconti. «Lo scorso 25 novembre - ricorda - si sono riuniti il presidente della Provincia di Lecco, quello della Comunità Montana e i sindaci che fanno parte della Comunità del Parco Monte Barro, chiamati a rinnovare il presidente e il Consiglio di gestione. Tutti i presenti hanno manifestato vivo apprezzamento per l’operato della presidente uscente, Paola Golfari, riconoscendole di avere lavorato molto bene nel corso degli ultimi cinque anni, ma poi, invece di rinnovarle la fiducia, la maggioranza di loro ha votato per un altro; cioè, il candidato Davide Facondini, proposto dal sindaco di Galbiate, il quale cinque anni prima aveva sostenuto proprio la Golfari. Su Facondini sono confluiti i voti della Provincia e dei Comuni di Valmadrera, Pescate, Malgrate e Garlate. Questi ultimi, per giustificare tale scelta, altrimenti incomprensibile almeno per chi non conosce gli equilibri di potere a livello sovraterritoriale - afferma Visconti per il Pd - hanno accampato di voler rispettare le sensibilità di Galbiate, siccome il Parco ricade principalmente nel suo territorio. In tal caso - provoca Visconti - avrebbero anche potuto evitare di scomodarsi intervenendo alla riunione: bastava mandare una delega a Piergiovanni Montanelli.

Parafrasando quello che disse cinque anni fa il sindaco di Pescate in un’analoga situazione (oggi pare se ne sia dimenticato) ci troviamo di fronte all’ennesimo “trionfo dell’ipocrisia” dove gli amministratori locali, dopo aver elogiato il buon lavoro, silurano chi lo ha fatto. Solo il sindaco di Oggiono, di Lecco, e il presidente della Comunità Montana si sono mostrati coerenti e concordi nel dire che “se Golfari ha lavorato bene, perché cambiarla?”. Di certo non sono né credibili né sufficienti le non meglio precisate lagnanze riferite dal sindaco di Galbiate, che gli sarebbero giunte da taluni volontari i quali non si sarebbero sentiti abbastanza “complici” (lapsus: forse il sindaco intendeva “coinvolti”?) nella gestione del Parco. In realtà - per il Pd di Galbiate - la decisione è stata presa sulla base di accordi politici sovraterritoriali, distanti dalle logiche del bene comune, interrompendo un percorso di lavoro che certo avrebbero contribuito a valorizzare ancora meglio il Parco. Da ultimo, ci chiediamo come Davide Facondini, che non risulta abbia mai ricoperto una carica pubblica, neanche marginale, possa garantire le competenze necessarie a guidare da presidente un ente pubblico, visto che non può ritenersi sufficiente né l’eventuale amicizia con Montanelli, né l’essere stato candidato alle ultime elezioni comunali senza riuscire ad essere eletto».

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