Cronaca / Circondario
Martedì 16 Maggio 2017
Metastasi, processo d’Appello
Per l’accusa Rusconi si fece corrompere
La Procura ha chiesto pene pesanti - Tre anni e sei mesi per l’ex sindaco di Valmadrera - Sedici anni e mezzo per il presunto boss Mario Trovato
Il procuratore generale non c’è certo andato leggero. Pene molto più pesanti rispetto a quelle irrogate in primo grado dal Tribunale di Lecco nei confronti degli imputati dell’inchiesta Metastasi, giunta in Appello a Milano, di fronte alla quinta sezione penale presieduta da Maria Grazia Bernini.
Ieri pomeriggio, al termine di una requisitoria durata alcune ore, Laura Barbaini ha chiesto una condanna a 16 anni e 6 mesi per Mario Trovato, ritenuto il capo del “locale” di ’ndrangheta di Lecco, condannato dal collegio cittadino, il primo marzo dello scorso anno, a 12 anni e sei mesi. Resta naturalmente in piedi la contestazione di associazione per delinquere di stampo mafioso, per il fratello minore del boss Franco Coco Trovato, al carcere duro a Terni. Contestazione che riguarda anche Antonello Redaelli, Antonino Romeo e Massimo Nasatti, per i quali il pg ha chiesto undici anni di reclusione a testa (in primo grado erano stati condannati rispettivamente a 10 e 8 anni). Undici anni, con la contestazione dell’associazione per delinquere di stampo mafioso, anche per Saverio Lilliu, contestazione che invece il collegio presieduto da Enrico Manzi (giudici a latere Salvatore Catalano e Maria Chiara Arrighi) aveva invece ritenuto insussistente, tanto che il carpentiere con aspirazioni da ristoratore (sua la “Lido di Paré” con la quale si voleva gestire il chiosco a lago a Valmadrera) venne condannato a due anni per turbativa d’asta semplice e rimesso subito in libertà.
Per restare in tema Parè, si aggrava per il procuratore generale la posizione dell’ex sindaco di Valmadrera Marco Rusconi. Assolto dall’accusa di essersi fatto corrompere con una “mazzetta” di cinquemila euro per favorire l’assegnazione del bando di gara del lido, a Lecco Rusconi era stato ritenuto responsabile di aver turbato la gara di assegnazione, condannato a due anni con i doppi benefici della pena sospesa e della non menzione nel casellario giudiziario: era caduta la contestata aggravante prevista dall’articolo 7 del decreto legge 152/1991, ossia l’aver favorito l’associazione mafiosa. Su quest’ultimo punto, nulla cambia, ma la pubblica accusa ieri ha chiesto la parziale riforma del capo d’imputazione e che Rusconi venga condannato anche per l’iniziale ipotesi di reato di corruzione che a Lecco era caduta a una pena finale di 3 anni e 6 mesi.
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