Cronaca / Circondario
Sabato 13 Aprile 2019
Merate, storia a lieto fine di Bur
Un lavoro allo scadere del permesso
Il 39enne era balzato alla cronaca per aver salvato una bambina chiusa in un’auto
L’appello lanciato dalle pagine del nostro quotidiano è stato ascoltato: in prova alla Pharma Italy
Dalla profonda tristezza alla grande gioia nel giro di poche ore perché un’azienda gli ha offerto un lavoro.
Si è conclusa con un lieto fine la storia di Bur, senegalese di 39 anni, che due anni fa era balzato agli onori della cronaca per avere salvato una bambina rimasta chiusa in un’automobile parcheggiata davanti all’ospedale Mandic.
Proroga di un anno
Grazie a quel gesto, l’anno scorso, il prefetto di Lecco aveva concesso a Mousse Niang detto Bur, clandestino nel nostro paese dal 2013, un permesso di soggiorno di un anno. Un permesso che Bur ha fatto fruttare nel migliore dei modi. Si è messo a studiare, frequentando un corso per macchine a controllo numerico a Valmadrera, come avevamo raccontato un mese fa, e dopo avere ottenuto il diploma, è riuscito a trovare un lavoro grazie anche all’appello lanciato dalla famiglia “adottiva” sul nostro giornale.
Da giovedì, è in prova per una settimana alla Pharma Italy srl di via Scansigole a Paderno. Si tratta di un’azienda che lavora nel campo della realizzazione di macchine per il settore della cosmetica con sedi al sud, che ha aperto una sede anche al nord, e che sta cercando personale.
Ad offrire un lavoro a Bur, grazie anche alla segnalazione arrivata dal centro di Valmadrera, Emanuele Quadrotta che, pur non sbilanciandosi, esprime una valutazione assolutamente positiva sul senegalese. «Per ora è in prova una settimana, poi decideremo. Tuttavia, mi sembra una persona gentile, a modo, che lavora. Siamo solo all’inizio. Ma l’inizio è buono e, quindi, è facile che possa restare a lavorare qui da noi».
Bur, naturalmente, non sta nella pelle. Il suo viso, sempre sorridente, in questi due giorni splende come un sole anche se fuori continua a piovere. «Qualche giorno fa - racconta - ero disperato. Non avevo ancora trovato lavoro e la data di scadenza del permesso di soggiorno, il 26 giugno, si avvicinava sempre di più. Non volevo tornare ad essere un clandestino. Poi, è arrivata la telefonata con cui mi offrivano un posto di lavoro. Ora sono davvero felice. Sono passato dal pianto alla gioia».
Tra l’altro, il posto di Paderno è anche vicinissimo. «È quello che sognavo - aggiunge Bur. - Ci posso andare in bicicletta e fare quello per cui mi sono impegnato in questi mesi».Adesso, in attesa che arrivi l’assunzione, Bur guarda già avanti. E continua a sognare. . «Per prima cosa, cercherò di trovare un monolocale, in modo da avere una mia tranquillità abitativa».
Il pensiero per la famiglia
Il secondo pensiero, quindi, va alla famiglia. «Con quello che guadagnerò, cercherò di aiutare la mia famiglia che sta in Senegal. Laggiù ho una compagna, due figli e i miei genitori».
Sul suo destino, finalmente benevolo, Bur ha le idee chiare. «Ringrazio tutti quelli che mi hanno dato una mano in questi anni. Gli amici che ho conosciuto qui e quelli che con me hanno condiviso la vita che facevo. Non ho mai perso la speranza. Chi si comporta bene, come ho fatto io, alla fine ottiene quel che si merita».
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