Malgrate: il sindaco dice no al teleriscaldamento per le scuole. «Non ci conviene»

Io non mi attacco: il sindaco di Malgrate, Michele Peccati, dice no al teleriscaldamento per le scuole elementari e medie del Gaggio. Finora, dunque, al di qua del ponte resta il Comune di Valmadrera ad avere preannunciato la decisione di avvalersene, per le scuole. A Valmadrera l’amministrazione comunale ha approvato fin dai mesi scorsi il contratto da sottoscrivere per la fornitura di energia termica tramite il teleriscaldamento alla scuola dell’infanzia “Paolo VI” da parte di Acinque Energy Greenway.

A Malgrate, invece, l’altra sera, in consiglio comunale, il sindaco Peccati ha detto no, rispondendo a una precisa domanda dell’opposizione. Molteplici, le motivazioni: «Da un punto di vista pratico - ha detto - non c’è neppure l’allacciamento: per realizzarlo, dovrei autorizzare in pieno anno scolastico uno scavo, appunto davanti alle scuole, per collegarle alla conduttura principale, e non mi sembra affatto compatibile con l’andirivieni in condizioni di sicurezza degli alunni. Più nel merito - ha proseguito Peccati - l’offerta contrattuale che ci è stata fatta è di un risparmio nell’ordine del 20% rispetto al gas: i nostri edifici scolastici, però, sono riscaldati perlopiù col cippato e il metano subentra di rinforzo. Quindi - ha dichiarato Peccati - è molto difficile stabilire un raffronto e la reale entità del risparmio ma, per giunta, il 20% ci è stato prospettato per un solo anno: dopo, chissà; naturalmente, c’è la libertà di tornare indietro ma, aderendo al teleriscaldamento, va tolta la caldaia ed è palese che poi è oneroso ripristinarla».

Conclusione: «A nostro parere, quando si ragiona coi soldi pubblici, bisogna fare scelte oculate, quando si è sicuri. Ci sono casi - per Peccati - in cui è meglio non fare necessariamente i primi della classe e vedere prima cosa succede agli altri, tanto più che, a rigore di logica, il mercato non starà fermo: c’è da aspettarsi che anche chi fornisce il gas si faccia avanti con offerte per trattenere i clienti e, nel nostro caso, potrebbe essere questa la strada più vantaggiosa». L’opposizione politica, in aula, non ha commentato, ma all’indomani il capogruppo Aldo Maggi osserva: «Il problema è stato esposto da Peccati in modo abbastanza corretto: la scuola ha il cippato e il metano subentra in caso non sia sufficiente il primo: è vero, dunque, che il conto economico va esaminato bene. Diverso è però il discorso per il palazzetto sportivo situato lì accanto, dove il riscaldamento è solo a metano e il conto è presto fatto. Secondo noi, nulla vieta di mantenere le due modalità di riscaldamento separate, tra impianti sportivi e scuole, ma con una manutenzione che intanto diventerebbe sicuramente meno onerosa dell’attuale. Peraltro, non è comunque vero che, una volta scelto il teleriscaldamento, non si possa ritornare al metano e al cippato».

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