Malgrate, la maggioranza fa dietrofront: all’asta due alloggi per «i casi sociali»

Malgrate

Il Comune passa all’incasso con due appartamenti in, via Manzoni concordati anni addietro in virtù di una convenzione coi proprietari: l’obiettivo ora è di venderli; la decisione è stata ufficialmente presa nella seduta di consiglio comunale di martedì sera. In passato, quando l’attuale amministrazione era in minoranza, si era detta contro questa scelta «di «comportarsi da immobiliarista» ritenendo che il Comune non dovesse «fare business, bensì dare servizi» e che i due appartamenti fossero «preziosi per rispondere alle necessità sociali del territorio, dato il numero sempre crescente di famiglie in difficoltà».

Adesso, nel suo nuovo ruolo, il sindaco Michele Peccati ha invece chiarito: «In origine, all’interno della lottizzazione di via Manzoni si prevedeva sostanzialmente che l’impresa costruttrice cedesse al Comune due unità immobiliari e nella convenzione era stabilito che avessero appunto una destinazione come alloggi sociali, ma nel corso del tempo è emersa invece la necessità di ricavare risorse economiche soprattutto per far fronte all’ampliamento del cimitero di Malgrate. Per questo, quindi - ha puntualizzato Peccati - abbiamo deciso di destinare i due appartamenti alla vendita. Nei giorni scorsi c’è stato il rogito notarile, con cui il Comune ha preso in consegna le due abitazioni».

Di conseguenza, il consiglio comunale martedì ha approvato anche il passaggio dal patrimonio indisponibile comunale degli appartamenti (come avrebbero dovuto essere inquadrati se avessero conservato la finalità sociale) al patrimonio invece disponibile, con il cambio della destinazione d’uso. Il prossimo passo sarà, naturalmente, quello di riuscire a vendere le due unità immobiliari, così da realizzare effettivamente l’entrata necessaria ai lavori. In passato, la motivazione addotta dal precedente sindaco, Flavio Polano, era stata che «pur non volendo assolutamente discriminare nessuno, si tratta di appartamenti in un contesto di pregio: i casi sociali, lì, possono essere difficilmente collocati; per esperienza, per di più, quando vengono inseriti in un alloggio i soggetti fragili, generalmente poi non si riesce più a spostarli, per comprensibilissimi motivi, tuttavia questa è la realtà. Di conseguenza, in via Manzoni nascerebbero tensioni con coloro che hanno acquistato e sono già residenti, preoccupati per l’eventuale arrivo di persone particolari. Per i casi sociali è molto più sicura e agile la gestione attraverso le residenze protette ed è meglio fare ricorso, nei casi di necessità, agli alloggi territoriali».

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