Malgrate, l’impegno di Alessi: «Un ambulatorio per la frazione Porto»

Malgrate Sos, ambulatorio cercasi: l’amministrazione Peccati vuole «dare anche al rione Porto la possibilità di un presidio medico; è inaccettabile - secondo il consigliere delegato alle problematiche specifiche del quartiere, Vincenzo Alessi - che i residenti di questa popolosa realtà di Malgrate non possano disporre degli stessi servizi degli altri, proprio a partire dalla tutela della salute».

La vicenda è effettivamente annosa: nel 2005 esplose, col compianto sindaco Gianni Codega che denunciò, in occasione della costituzione della “medicina di gruppo” a Valmadrera: «Da tempo avevamo proposto ai medici di famiglia di svolgere almeno una volta la settimana la propria opera anche in frazione Porto, per andare incontro alle esigenze delle persone anziane: per esempio, per fare le ricette. Il Comune aveva individuato, in accordo con la parrocchia di Lecco, un locale dove aprire l’ambulatorio: quell’iniziativa non è stata condivisa dai medici. A Porto non ci sono andati, mentre a Valmadrera sì».

Porto costituisce da sempre una realtà a parte, appartenente appunto alla parrocchia di Lecco, ma aldilà del ponte e distante altresì dal centro di Malgrate, scarsamente servita dai collegamenti pubblici e caratterizzata dalla viabilità pericolosa. L’amministrazione Polano, negli ultimi tre mandati, aveva ribadito «l’impegno a ricercare altri spazi – ma, in tal caso, non a uso gratuito – per allestire un ambulatorio nel rione, avendo trovato la disponibilità di un medico a dedicare una fascia oraria alla visita dei pazienti», storicamente costretti a spostarsi, tra le difficoltà.

La palla passa ora a Vincenzo Alessi, delegato dal neo sindaco Michele Peccati (che ha mandato all’opposizione l’ex amministrazione): «Per noi, dotare il Porto del medico è una priorità assoluta - dichiara Alessi - ma occorre lo spazio, da destinare a questo servizio primario. Lanciamo un appello a chiunque possa rendere disponibile una collocazione con adeguati requisiti. Purtroppo, in passato le sole soluzioni di cui avevamo sentito parlare erano state proposte a circa 500 euro al mese, il che è improponibile. Dobbiamo trovare ora un punto d’incontro, che renda possibile l’attivazione di un ambulatorio da offrire ai medici di base disponibili a visitare (a condizioni accettabili) anche in questo rione. Attualmente - ricorda Alessi - i pazienti sono altrimenti costretti a recarsi a Lecco o a Valmadrera, con difficoltà maggiori proprio per coloro (come gli anziani e chi è senza mezzi) normalmente più bisognosi di cura e attenzioni»

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