Cronaca / Circondario
Lunedì 07 Settembre 2015
Lo Scigamatt apre la porta ai profughi
Trenta ragazzi del Ferrhotel hanno dato una mano: «Si sono divertiti con noi, è stato un successo». Intanto a Lecco sono arrivate 16 donne ospitate in un appartamento a Malgrate e 16 uomini. Altri 8 sono attesi in serata
Fino venerdì erano 704. Ma il numero si aggiorna giorno dopo giorno, quasi ora dopo ora, sull’onda del flusso inarrestabile di arrivi.
Infatti la Prefettura fa sapere che tra ieri e stamattina sono arrivati o sono attesi altri 32 profughi, di cui sedici donne di nazionalità non ancora specificata, accolte in un appartamento privato a Malgrate gestito dalla cooperativa “I girasoli”.
I sedici uomini invece troveranno ospitalità al campo allestito al Bione dove nel frattempo sono state montate due nuove tende. E non è finita, perché sempre da corso Promessi Sposi informano che altri otto migranti raggiungeranno Lecco oggi in serata dal centro di Bresso in provincia di Milano dove l’esodo alimenta gli arrivi dei fuggitivi da smistare nelle province lombarde
Ma mentre la città e il territorio guardano con sgomento, preoccupazione e timore, ma anche con sentimenti di solidarietà a questa invasione, ecco che la prima positiva “contaminazione” tra noi e loro ha avuto luogo sabato pomeriggio sotto un temporale tremendo in occasione della corsa Scigamatt.
Con i 154 volontari che hanno allestito la corsa fin dalle prime ore del mattino per posizionare la segnaletica e poi per presidiare le strade a protezione dei corridori, c’erano anche trenta ragazzi del Ferrhotel che si sono dati volentieri da fare e che, da ragazzi quali sono, si sono divertiti un mondo. Non solo: «Volevano correre anche loro quando hanno capito di cosa si trattava, ma non è stato possibile per ragioni assicurative. Però hanno partecipato con entusiasmo all’organizzazione della gara , cogliendone perfettamente lo spirito, fornendo un valido supporto». Insomma, racconta Mauro Gattinoni, il direttore dell’Api che fa parte del comitato organizzatore della festa di Acquate, l’esperimento è stato un successo a tutti gli effetti.«L’iniziativa - spiega - è nata dalla sensibilità del comitato organizzatore che fa capo alla parrocchia di Acquate. Ci siamo chiesti in che modo la nostra festa poteva inserirsi in un momento di bisogno e di crisi offrendo un contributo a creare un ponte. È bello fare sapere alla città che lo Scigamatt è servito anche a questo, a dimostrare che basta pochissimo per stabilire un contatto e che il contatto è facile se si guarda alle persone al di là dei preconcetti e delle pur comprensibili paure».
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