Cronaca / Circondario
Giovedì 16 Gennaio 2025
Lecco e Olginate piangono per la morte di Silvio Barbieri
Aveva 99 anni. Aveva fondato casa Alber insieme alla moglie
Una vita dedicata al prossimo, dai bambini orfani o abbandonati che accolse a Casa Alber, casa famiglia creata insieme alla moglie Albertina Negri, ai bisognosi che assisteva attraverso Caritas e Decanato. Uomo di grande fede, di generosità, serio e sempre attento a un mondo che cambia. Una persona che ha fatto la storia di Olginate e non solo e che con la sua vita è stato esempio per molti.
Ë morto nel tardo pomeriggio di oggi, Silvio Barbieri, 99 anni. Stessa età in cui, nel 2022 morì l’amata moglie, conosciutissima pure lei per l’impegno nel sociale e per aver fondato nel 1945 il gruppo Scout di Lecco.
La notizia della morte di Barbieri si è subito diffusa anche in città, dove era molto conosciuto.
«Era nato a Parma il 23 novembre del 1925. La famiglia poi si trasferì a Milano al seguito del papà Attilio, tenore di buon livello. Nei primi anni del dopoguerra, catechista e cooperatore di oratorio, diventò molto attivo nella Gioventù Italiana di Azione Cattolica, rinnovando l’animazione e la formazione negli oratori milanesi con metodologie aperte all’educazione di strada. Dal 1954 al 1956 assunse la vice direzione della Casa del Giovane lavoratore della Fondazione “Belloni” delle Acli provinciali di Milano e successivamente la direzione della Casa dei Ragazzi di Olgiate Molgora, dove incontrò Albertina Negri che sposò nel 1957» ha ricostruito per noi uno dei figli, Paolo Barbieri. « Dal 1961 al 1986 mamma e papà si sono occupati di121 bambini e ragazzi accolti nella casa famiglia che fondarono: “Casa Alber”. Ha pubblicato più di duecento appelli sul “Il Resegone” e sul “Avvenire” in favore dell’adozione di bambini che nessuno voleva. Poi ha collaborato con il Decanato di Lecco, in particolare per le iniziative legate al convegno “Farsi Prossimo” voluto dall’allora arcivescovo Carlo Maria Martini e con la Caritas di Olginate per l’organizzazione del Centro d’Ascolto. Infine, ha svolto l’incarico di giudice onorario del Tribunale per i minorenni di Milano con il compito di reperire coppie di coniugi adottive o affidatarie idonee».
Italo Bruseghini, storico sindaco dal 1975 al 2001 racconta: «Silvio e sua moglie Albertina Negri sono stati dei veri esempi di vita per il loro impegno nel volontariato fuori e dentro Olginate, e dei pionieri nel campo dell’accoglienza e assistenza dei minori. Hanno segnato il nostro Novecento». E ricorda: «Lo conobbi, in occasione della festa di Natale delle scuole elementari che all’epoca erano in un condominio in fondo al paese in condizioni non ottimali. C’era un po’ di diffidenza su di me, sindaco da soli tre mesi: c’era chi ritenesse che un operaio senza grandi titoli di studio non potesse assumere quel ruolo. Barbieri disse davanti a tutti che avrei potuto anche scrivere scuola con q, purché avessi dato al paese, ai giovani, una vera scuola, Quando poi nel 1979 la realizzammo, mostrai l’opera compiuta a lui per primo, e mi abbracciò piangendo. Per me è stato un punto di riferimento, un porto sicuro in tante situazioni problematiche e delicate che riguardavano persone in difficoltà, ma soprattutto minori. Come quella volta un Natale, che fui chiamato dai Carabinieri per due bambini piccolissimi in totale stato di abbandono. Fu Silvio a indicare come agire nel modo migliore per i piccoli. Noi abbiamo onorato la sua figura, il suo impegno, la sua preparazione, il suo esempio conferendogli la cittadinanza onoraria».
Anche il sindaco di Olginate, Marco Passoni riserva parole di stima: «L’ho conosciuto prima del mio impegno amministrativo, quando veniva da me a comprare il giornale. Era un’occasione importante di scambio e di confronto perché era una persona di rara sensibilità, ma anche molto preparato e dalla mente aperta. Da assessore, mi chiamava perché si interessava del paese, della povertà materiale e culturale, voleva capire le esigenze della comunità».
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