Cronaca / Circondario
Lunedì 08 Marzo 2021
Lecco. Filiera meccanica è in ripresa
Ma c’è l’incognita materie prime
Anche per effetto della domanda cinese aumentano i listini dell’acciaio
Andrea Beri (Distretto): «Il trend in salita dei prezzi sembra dover proseguire fino al 2022»
La meccanica lecchese sembra aver ritrovato ordini e lavoro, ma da mesi combatte contro l’aumento dei prezzi della materia prima, con la prospettiva di nessun miglioramento, almeno fino a metà del 2021.
Una carenza di prodotto sul mercato, la ripresa della domanda cinese che fa incetta di acciaio anche in Europa portando nuovi squilibri sul mercato e il cambio di passo imposto dal Climate action plan dell’Ue per il 2050 all’industria siderurgica a cui si chiede di metter mano a nuovi investimenti per ridurre del 30% le emissioni di Co2 entro il 2030 con un obiettivo di zero emissioni nel 2050 sono le ragioni fondamentali di un mercato con prezzi in ascesa.
Con una componente speculativa a livello internazionale che ha di certo fatto la propria parte. Ora è attesa una correzione al ribasso che sembra essere ancora lontana, mentre resta l’incognita su se e in che misura sarà possibile per le imprese manifatturiere scaricare a valle i maggiori costi.
Andrea Beri, coordinatore del distretto metalmeccanico lecchese e alla guida del Gruppo Ita con sede a Calolziocorte ci ricorda che «l’andamento dei prezzi sembra destinato a continuare almeno fino al 2022 in quanto nella strutturalità del mercato siderurgico la tendenza al rialzo sembra essere destinata a permanere nel tempo».
In un recente webinar di Siderweb, la community dell’acciaio, è stato ricordato come l’impennata dei prezzi si sia intensificata a martire dal mese di maggio 2020, con un ritracciamento in febbraio ma senza che ciò sia da considerare premessa di un rientro delle quotazioni, che restano invece molto sostenute.
A farne le spese è un mercato nazionale che già nel 2019 aveva subito una forte perdita di volumi e che a conti fatti, nel decennio, rispetto al 2010 si è ritrovato ad aver assorbito 1,3 milioni di tonnellate in meno. Sono gli anni in cui la produzione si è riversata soprattutto sul commercio estero visto che dal 2016, secondo i dati dell’ufficio studi di Siderweb, si esportano oltre due milioni di tonnellate l’anno.
Come ha ricordato di recente sulla Provincia Stefano Ferrari, capo ufficio studi di Siderweb, da maggio 2020 la flessione del dollaro e l’impennata di domanda cinese hanno determinato una crescita media di tutte le materie prime pari al 55%. In particolare, il minerale di ferro ha guadagnato il 106%, con una lieve ridimensionamento a inizio anno del 5%, mentre il rottame italiano, cresciuto del 67% è poi rientrato del 2,4%. Aumenti che si sono riversati sui prezzi di billette, tondo per cemento armato e vergella da trafila e rete che dopo mesi di forti aumento sono leggermente calati, ma ora ancora in fase rialzista di quotazioni. Per i prodotti piani la crescita di prezzo è iniziata a metà giugno ed è ancora in corso, mentre per i lunghi, fra cui la vergella, la crescita è partita solo a novembre ma in modo forte e veloce fino a metà gennaio. E su alcuni prodotti siamo tornati sui massimi degli ultimi dieci anni.
© RIPRODUZIONE RISERVATA