Cronaca / Circondario
Domenica 10 Gennaio 2016
Lecco. «Contro i tassi usurai
norme confuse»
Alessandro Nobis segue le piccole imprese nei rapporti con le banche: «È importante dialogare»
«Ma è sempre più difficile farsi riconoscere il superamento della soglia degli interessi fissata da Bankitalia»
Qualche mese fa Alessandro Nobis, consulente finanziario di Federconsumatori Lecco, ci diceva che «il 2015 sarà l’anno in cui le piccole imprese in difficoltà finanziaria giocheranno con le banche la vera partita dei risarcimenti relativi alla cosiddetta usura soggettiva».
La partita l’hanno giocata in parecchi, ci dice ora Nobis, ma vincerla sta diventando più difficile. «In queste ultime settimane – afferma Nobis, professionista di lungo corso con ufficio della sua società “Studio Fca” a Calolziocorte – riscontriamo un orientamento delle decisioni dei tribunali che sempre più spesso prendono decisioni pro-banca, come mostrano le sentenze di diversi tribunali che non applicano la sommatoria fra il tasso nominale più il tasso di mora, il cui risultato segnala usura se superiore al tasso soglia fissato periodicamente dalla Banca d’Italia».
Una sommatoria decisiva per determinare, spesso dopo aver verificato che c’è stato anatocismo e cioè calcolo illegale degli interessi sugli interessi passivi, se c’è stato sforamento dei limiti e si è dunque diventati vittime di usura bancaria.
Nobis conferma che «in merito non c’è una norma precisa: i tribunali ordinari, con sentenze più o meno significative o disparate nei contenuti, e spesso arrampicandosi sugli specchi, prendono singole decisioni e la quasi totalità dei tribunali si sta orientando nel non considerare la sommatoria dei due interessi».
Battaglia persa, dunque? «No – afferma Nobis – perché dialogare con le banche quando ci sono problemi è possibile. Del resto noi abbiamo percorso pochissimo, seguendo diverse aziende anche nel Lecchese, la via giudiziale perché è quasi sempre stato possibile trovare un accordo. La nostra attività, soprattutto quella con le aziende, sta cambiando perché nel tempo ci siamo resi conto che creare dei dossier ben documentati di ristrutturazione del debito, e soprattutto di ristrutturazione societaria, dà la possibilità di ripartire senza perdere il sostegno bancario. La nostra sensazione, anche a seguito delle ultime vicende bancarie nazionali, è che nel settore stia di nuovo cambiando il mondo e che se il risparmiatore si attrezza e si documenta ha molte possibilità di difendere i propri interessi con le banche».
Sul tema a livello nazionale di recenti il “Movimento dei consumatori” ha fatto sapere che con le proprie azioni di analisi e legali «l’anatocismo è finito per oltre il 30% dei correntisti», ma ha anche chiesto a Banca d’Italia che «intervenga verso tutte le banche e ordini la restituzione dei 4 miliardi di interessi anatocistici per il 2014 e il 2015».
© RIPRODUZIONE RISERVATA