Lecco-Bergamo, l’idea del comitato: «Un collegamento da Chiuso al ponte di Olginate»

Calolziocorte

«Servirebbe un collegamento che dall’imbocco di Chiuso arrivasse al ponte di Olginate, passando sopra l’abitato di Calolziocorte. Secondo noi, questa è l’unica soluzione possibile per evitare di devastare il territorio e risolvere i problemi viabilistici della zona».

È questa la proposta che Paolo Cola, presidente del comitato “Insieme per una diversa Lecco-Bergamo” fa a valle dell’assemblea pubblica svoltasi mercoledì sera nell’aula consigliare di Calolziocorte. In sala, una settantina di cittadini mentre a lato si è seduto ad ascoltare anche il sindaco Marco Ghezzi.

«Dal nostro punto di vista - ha spiegato Cola - il finanziamento dell’opera va assolutamente accettato ma per fare un intervento diverso da quello progettato. Noi proponiamo una soluzione 4, diversa della tre fino ad ora prese in considerazione, e che vorremmo fosse analizzata da Anas attraverso uno studio di fattibilità».

La proposta del comitato parte ovviamente dall’imbocco di Chiuso ma arriva direttamente nella zona dietro al nuovo supermercato.

«In parte - spiega Cola - ricalca la soluzione numero 3 ma prosegue fino alla rotonda davanti al ponte Cesare Cantù». Un ampio arco che passerebbe sopra tutto l’abitato della parte centrale della città per poi comunque dovere attraversare l’abitato di Sala nella parte conclusiva, prima di ritornare sulla strada principale nella zona del supermercato.

Durante l’assemblea, Cola e tutti gli altri esponenti del comitato hanno ripetuto come gli oneri dell’opera pubblica saranno tutti per Calolziocorte. E hanno fatto cenno al fatto che in città, per tutta la durata dei lavori lunghi almeno 6 anni, ci saranno 20 mila metri quadrati di cantiere a fronte degli appena 450 di Lecco. «Le conseguenze - ha sottolineato Cola - saranno tutte nostre».

Per non parlare del fatto che, una volta realizzato il primo lotto, con sbocco alla rotonda di via Sassi, i problemi di attraversamento non saranno risolti perché «il traffico finirà sulla rotondina di via padri Serviti, che non si può ampliare e che sarà quindi un imbuto».

Per far cambiare idea ad Anas e agli enti coinvolti, ecco quindi una doppia azione. Da una parte la proposta alternativa e, dall’altra, l’azione politica, con la richiesta di un’audizione in Regione, inoltrata dal consigliere Gianmario Fragomeli, a cui si è chiesto di invitare al tavolo, oltre al comitato di Calolziocorte neo-costituito anche quello di Chiuso.

Il comitato non ha mancato di sottolineare anche lo scetticismo in merito ai finanziamenti mancanti. «La nostra variante è la novantaquattresima su 94 di quelle previste da Simico e non ha ancora la completa copertura. Siamo sicuri che arriveranno i soldi?».

Per Cola, inoltre, tra gli amministratori c’è quasi il desiderio inconscio che non si faccia e che quindi non si creino problemi al territorio. «Solo se siamo uniti, tuttavia, si può pensare di cambiare qualcosa».

Di diverso avviso il sindaco Ghezzi. «L’opera si farà sicuramente i i finanziamenti arriveranno. Credo che la proposta del comitato sia anzitutto incompleta ma anche priva di dati di tipo tecnico. Penso sia piuttosto vaga e abbia criticità non differenti da quella delle altre proposte oltre a non essere realizzabile perché giunta fuori tempo massimo».

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