Cronaca / Circondario
Giovedì 23 Aprile 2020
Lecco. Affare mascherine
«Task force per l’importazione»
Lo spedizioniere Riva, con sede a Valmadrera: «Stiamo affiancando i nostri clienti nelle pratiche altrimenti si rischiano problemi soprattutto con la Cina»
«Abbiamo creato una snella task force aziendale per dare supporto ai nostri clienti nelle importazioni di mascherine. Alcuni di loro non hanno dimestichezza nelle pratiche di importazioni e negli incoterms, cioè le norme che regolano la ripartizione dei costi e rischi di trasporto, visto che si affacciano a questo tema per la prima volta. I clienti ci contattano chiedendo a che punto siano eventuali acquisti che avevano piazzato da intermediari italiani nel momento in cui avevano inoltrato l’ordine al fornitore», ci dice Riccardo Riva, titolare della Fischer&Rechsteiner Company Spa, Gruppo di spedizioni internazionali con quartier generale a Valmadrera e diverse società nel mondo.
Assicurarsi in tempi rapidi la fornitura di mascherine protettive dall’estero continua ad essere complicato. Il principale produttore è la Cina e nell’emergenza coronavirus le imprese che le ordinano per la protezione dei propri lavoratori sono costrette, nella migliore delle ipotesi, a lunghe attese e nella peggiore si ritrovano ad aver pagato in anticipo ordinativi di cui si perdono le tracce e che forse non riceveranno mai.
Nel primo caso i primi problemi si incontrano in dogana, in quanto a rallentare la consegna sono spesso le nuove istruzioni di Governo (anche di quello cinese), restrittive ma volute per evitare frodi date dalla messa in commercio di prodotti che non rispondono a norme sanitarie e medicali. Nel secondo caso qualche volta è accaduto che strada facendo i carichi siano stati trattenuti altrove per esigenze locali, con buona pace delle dichiarazioni di principio fra Paesi amici, oppure che chi compra non sia in grado di controllare a che punto è l’ordine.
La corsa alle mascherine è in pieno svolgimento «con una serie di situazioni un po’ anomale – afferma Riva -. All’inizio dell’epidemia sulle mascherine abbiamo riscontrato movimenti anche dall’Italia verso la Cina, che nel pieno dell’epidemia non ne aveva a sufficienza. Commercianti e imprese italiani, che prima le avevano importate in quantità per specifiche attività industriali si sono trovati nell’opportunità di rivenderle in Cina dove ora l’emergenza è calata e le forniture sono tornate verso l’Italia. Ma nel servizio che diamo ai nostri clienti osserviamo che ora queste forniture non sono parificabili a normali importazioni».
Quindi servono esperienza e conoscenza delle regole specifiche per assumere, attraverso i documenti, il controllo assoluto delle spedizioni. «Premesso che F&R non si occupa della commercializzazione di Dpi – chiarisce Riva - , bensì solo della parte prettamente logistica e doganale, è compito dell’azienda compratrice individuare il proprio fornitore cinese (o di altro Paese) con cui negoziare la fornitura dei prodotti. Si tenga presente che anche come operatore Aeo, operatore economico autorizzato, siamo in grado di interpretare e leggere in contro-filo la documentazione, siamo di supporto al lavoro che l’Agenzia delle Dogane sta facendo talvolta in condizioni difficili per via della turnazione del personale con maggiori limitazioni degli orari di lavoro rispetti ai tempi normali».
Fra i suggerimenti alle imprese Riva ricorda che «al di là di scegliere il fornitore più qualificato possibile e di valutare quale sia il prodotto più utile per le esigenze aziendali, mai come in queste circostanze è di fondamentale importanza avere il pieno controllo della spedizione: questo significa scegliere la resa di trasporto Fob (free on board) per non lasciare la gestione delle tempistiche in mano al fornitore cinese, negoziando tutte le spese di trasporto con il proprio spedizioniere italiano con cui verificare l’intera documentazione commerciale e doganale per evitare spiacevoli inconvenienti».
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