Cronaca / Circondario
Domenica 01 Novembre 2015
L’appello del parroco
«Accogliete i profughi»
Oggiono, l’invito è a offrire le case o ad adottare a distanza chi è già ospite qui Don Maurizio Mottadelli in contrasto con la risoluzione del consiglio comunale
Case per i profughi; oppure, adozione a distanza di quelli già ospitati sul territorio: sono le due proposte che il decano, don Maurizio Mottadelli, mette sul tavolo, rompendo il silenzio sullo scottante tema, sollevato d’altronde con forza da papa Francesco e dall’arcivescovo di Milano, Angelo Scola, che recentemente ha preso casa, si sa, nella frazione di Imberido.
Finora la comunità pastorale di Oggiono non aveva preso posizione: ora rompe gli indugi; l’appello ai privati, affinché segnalino la disponibilità di alloggi, come accaduto nella vicina Malgrate dove in un appartamento sono state ospitate 19 giovani donne, contrasta tuttavia con quella espressa a maggioranza dal consiglio comunale, tra i primi del territorio a dire no ai richiedenti asilo: il Comune non li ospiterà nelle strutture pubbliche, ma è ai singoli cittadini che don Maurizio si rivolge: «Chi avesse alloggi da mettere a disposizione delle cooperative della Caritas ambrosiana per l’accoglienza, può segnalarlo.
Altre persone, che non possiedono case, ma si sentono disponibili, potrebbero aderire a un programma su modello del “Progetto Gemma” già avviato a sostegno della maternità – ricorda – nelle nostre parrocchie: cioè, si potrebbe decidere di offrire una piccola quota mensile, per esempio 5 euro per un anno o due, e così impegnarsi a pagare l’affitto di una famiglia riconosciuta come “rifugiata” e accolta nel circondario. Una cosa sembra fondamentale – ammonisce il decano - questo tema non deve diventare motivo di scontro, polemica o divisioni nella comunità parrocchiale o cittadina: o si affronta insieme questo fenomeno e si cerca di governarlo o si rischia di restarne travolti. Sarebbe utile e bello che questa emergenza facesse crescere il nostro paese in spirito di unità, condivisione, solidarietà, collaborando tutti in un sereno confronto».
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