Cronaca / Circondario
Sabato 20 Aprile 2019
«La nuova viabilità è un suicidio
Una sola corsia dall’uscita del Barro»
Civate: la paura dei residenti di Isella per i nuovi percorsi istituiti per le opere del ponte «Immissione diretta in 36, con le auto che sfrecciano come proiettili: bisogna intervenire»
L’amministrazione comunale, in accordo col comando di Polizia sovraccomunale, solleciterà ad Anas e alla Provincia «interventi, per tentare di limitare i rischi che la nuova viabilità determina in località Isella». Il primo problema è l’uscita dei veicoli dalla frazione: per andare nella sola direzione possibile e, cioè, verso Lecco, devono sbucare sulla corsia di immissione della 36 sul tratto di provinciale che attraversa Civate. Secondo le allarmate lamentele dei residenti, «ogni giorno, lì, si rischia la pelle».
L’immissione non era mai stata semplice, ma ultimamente è diventata «un suicidio» poiché il calibro della bretella di collegamento tra la 36 e la provinciale è stato ridotto in prossimità del cavalcavia, dove sono iniziati i lavori di ricostruzione. Per consentire lo svolgimento e la coesistenza col traffico, la corsia è stata ristretta «quindi – lamentano i civatesi – viene a mancare completamente la via di fuga, che invece c’era prima: in precedenza, chi usciva da Isella si manteneva sulla propria destra e i veicoli provenienti dalla 36 a velocità folli, diretti verso Lecco, riuscivano a evitare l’impatto tenendo la sinistra. Adesso, di fatto, noi ci ritroviamo a tagliare la strada a schegge impazzite, ogni qualvolta usciamo di casa».
Per il comandante della Polizia intercomunale, Danilo Bolis, «qualunque limite orario venga imposto, i conducenti se ne fregano. La situazione è ancora più complicata dal fatto che, sulla 36, la competenza dei controlli è di Anas o Polizia stradale. Sul successivo tratto, è invece provinciale: quindi, noi assistiamo impotenti ad una reale situazione di pericolo, senza avere margine di intervento».
Come ha tradotto il vicesindaco, Angelo Isella, «noi possiamo solo chiedere, proporre, pressare e rompere le scatole». Verranno sollecitati «accorgimenti quali le bande sonore, da posizionare all’uscita della statale sul tratto di provinciale, così che il rumore prodotto e le vibrazioni inducano istintivamente a rallentare. Anche il pannello che rileva la velocità, evidenziando il superamento del limite pur senza sanzioni, può essere un deterrente, sempre che gli altri enti accettino di installarlo».
Di «soluzione ancora più complessa» si parla sull’altro versante, dove il traffico si immette, da Civate centro, sulla 36 in uscita dal tunnel del Barro: da qualche giorno, ciò avviene rispolverando la vecchia rampa; infatti, sino a fine 2020 – e sempre per la ricostruzione del ponte – ha chiuso al transito la corsia di accelerazione in direzione Milano. Sulla rampa vecchia, risistemata a cura di Anas, vige però il limite dei 40 chilometri orari, mentre l’immissione avviene nel traffico lanciato spesso a più di cento. «La richiesta è, in questo caso, ancora più delicata e incrociamo le dita che possa essere accolta – ha sottolineato Isella –. Possiamo sollecitare di restringere la 36 in quel tratto a una sola corsia, affinché l’altra serva da accelerazione per il traffico di Civate che vi si immette. La chiusura è già avvenuta in queste settimane, per la riparazione di un giunto: ha allungato le code nei weekend, ma, evidentemente, è stata ritenuta da fattibile. Vedremo se verrà presa in considerazione per tutto il tempo della ricostruzione, magari solo dal lunedì al venerdì, per non interferire col massiccio traffico dei gitanti».
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