
Cronaca / Circondario
Lunedì 03 Marzo 2025
Influenza: il peggio è passato, nel Lecchese casi in netto calo
La stagione influenzale più dura degli ultimi cinque anni è quasi alle spalle. I casi calano del 5 per cento ogni settimana. «Adesso la fascia più colpita è quella tra i 40 e i 60 anni, ma la situazione sta migliorando anche in questo caso»
Lecco
L’influenza saluta e va in vacanza. Non è ancora scomparsa, intendiamoci, ma la stagione influenzale più dura degli ultimi cinque anni, da quando il Covid le ha rubato la scena, sembra oramai alle spalle.
Cala del 5 per cento ogni settimana e sta lasciando la fascia arancione (17,24 influenzati ogni mille abitanti), per raggiungere la fascia gialla (11,39 ogni mille abitanti). In pratica, ci sono ancora migliaia di lecchesi a letto, tra i tre e i quattromila, ma in forte calo rispetto agli inizi di febbraio quando hanno superato i 6mila. Siamo a metà dei dati forniti alla rete Influnet-Respirvirnet dai medici sentinella del nostro territorio. E il calo, ora, sarà esponenziale.
Un fatto certo è che continua a scendere la curva epidemica dei casi di sindromi simil-influenzali (dette Ili) dopo aver raggiunto il picco stagionale nella quarta-quinta settimana dell’anno (fine gennaio inizio febbraio) con un’incidenza di 17,6 casi per mille assistiti. Nell’ottava settimana del 2025 il livello d’incidenza in Italia è pari a 12,3 casi per mille assistiti (14,0 nella settimana precedente). L’incidenza è in diminuzione in tutte le fasce di età, maggiormente nei bambini sotto i cinque anni in cui l’incidenza è pari a 31,9 casi per mille assistiti (35,4 nella settimana precedente). Attenzione poi a non fare confusione tra influenza e sindromi simil-influenzali che contraddistinguono l’altra faccia dei virus respiratori.
Intanto i medici di medicina generale tirano un sospiro di sollievo. Francesca Brusa responsabile dell’aggregazione funzionale territoriale che riassume i medici di base della zona Olginate-Calolziocorte, comincia a respirare. “C’è ancora qualche caso di influenza, ma la curva sta calando vistosamente. Adesso la fascia d’età tra i 40 e i 60 anni è la più colpita, visto che a livello lavorativo i contatti sono frequenti. Ma la situazione sta migliorando anche in questa fascia”.
Come mai non si è sviluppata così anche tra i giovani dopo il picco di febbraio? “Perché – spiega Francesca Brusa - nel periodo tra gennaio e febbraio l’hanno fatta in tanti e hanno sviluppato una sorta di immunità all’influenza. C’erano intere classi falcidiate a gennaio-febbraio, per cui i nostri ragazzi hanno già dato”. Il sospiro di sollievo è grande perché questa è stata una stagione influenzale particolarmente impattante: “Devo ammettere che è così: ha dato febbre anche molto alta, sintomi neurologici, in primis il mal di testa davvero forte, e ha fatto sviluppare, nella generalizzata debolezza, sovrainfezioni batteriche con necessità di antibiotico. Parlo in primis di bronchiti batterica che hanno complicato la situazione non poco in alcuni casi di fragilità. Io sono arrivata a vedere per la sola influenza, a febbraio, una media di trenta persone al giorno, durante il picco”.
E il Covid? “Poca roba. Asst Lecco ci ha dato dei tamponi ma solamente ora. Io ne avevo di miei e li ho fatti in autonomia, ma la sintomatologia oggi è calante per tutte queste sindromi. Quest’anno sicuramente l’influenza ha preso il sopravvento. Per dare un’idea: su 50 campioni che ho fatto io, 2 erano Covid e 30 influenza, mentre le altre erano virosi respiratorie o sovrainfezioni batteriche”.
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