Cronaca / Circondario
Venerdì 24 Novembre 2017
Inchiesta sul ponte
Pressione su Roma
Dopo la conferma del trasferimento del pm, i politici alzano la voce: Arrigoni presenta un’interrogazione, Fragomeli tenta invece la carta dei canali diretti - Ma ci sono lungaggini anche sul fronte della ricostruzione
Con il trasferimento di Nicola Preteroti (a far data dal 30 novembre) da Lecco a Bergamo non soltanto Palazzo di giustizia andrà in difficoltà, ma pure una delle inchieste più pesanti potrebbe andare incontro a uno stop.
È proprio il sostituto procuratore con la valigia in mano ad essersi occupato negli ultimi tredici mesi del crollo del ponte di Annone, che dunque potrà subire ritardi legati al passaggio da un titolare all’altro.
Il procuratore capo Antonio Chiappani ha chiesto al Ministero della Giustizia una proroga della permanenza di Preteroti, considerato il fatto che il suo successore arriverà solo a maggio 2018. La risposta però è stata negativa. E le polemiche sono subito esplose, con la Lega in particolare ad andare all’attacco.
«È incredibile che ancora una volta la burocrazia e le lungaggini romane blocchino non solo la ricostruzione del cavalcavia di Annone, ma persino l’inchiesta sulle responsabilità per la mancata manutenzione del cavalcavia, responsabilità romane, dei ministeri competenti, dato che si trattava di un ponte di una strada statale», ha attaccato l’onorevole leghista Paolo Grimoldi, che ha rincarato: «Non vorremmo dover sospettare che il ministero della Giustizia stia in qualche modo aiutando il ministero delle Infrastrutture».
Dal canto suo, invece, il senatore Paolo Arrigoni ha presentato un’interrogazione al guardasigilli Orlando, lamentando le carenze organiche della Procura di Lecco e l’esigenza di portare avanti senza indugio l’inchiesta su Annone, chiedendo il perché del “niet” a Chiappani.
La vicenda ha suscitato perplessità anche nel parlamentare Pd Gian Mario Fragomeli, che non ha remore nell’affermare che «a mio parere il no opposto dal ministero al procuratore capo è un errore. Sto cercando di ottenere riscontri usando canali diretti, perché le risposte alle interrogazioni richiedono spesso tempi molto lunghi. Purtroppo le procedure del Ministero della Giustizia sono abbastanza complesse e vincolate, per la materia che trattano. Quindi, anche se a guidarlo sono esponenti del mio stesso partito, non è semplice venirne a capo. Tanto più che entro in scena dopo una risposta già negativa. Credo che il cambio di sostituto non farà ricominciare da capo l’inchiesta, ma ci saranno dei ritardi».
Ritardi che riguardano pure la ricostruzione del ponte, la cui ultimazione da fine 2018 è passata a febbraio 2019 creando non poco malumore. «Stiamo facendo pressing per recuperare i due mesi accumulati di ritardo sul cronoprogramma nella fase realizzativa. Pure qui la comunanza di partito conta poco: ormai la partita è alla fase tecnica. Ma gli staremo col fiato sul collo perché si finisca entro dicembre dell’anno prossimo. Comunque non credo che altrove, in Italia, l’iter per la ricostruzione sia a questo punto dopo poco più di un anno, con progetto e soldi disponibili». Insieme a Fragomeli si sta muovendo la collega deputata dem Veronica Tentori. «Tra la Lecco-Bergamo e la ciclabile di Abbadia c’è poco da stare allegri, ma su Annone c’è un’attenzione prioritaria da parte di tutti. I tempi della ricostruzione possono sembrare lunghi, ma la burocrazia serve a garantire che l’opera sia fatta a regola d’arte, ad evitare fenomeni corruttivi e infiltrazioni mafiose. Comunque spingeremo perché si finisca entro il 2018».
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