Cronaca / Circondario
Lunedì 08 Aprile 2019
Il progetto Memo per la legalità
La collaborazione di Arcobaleno
Valmadrera: la cooperativa propone per domani una visita al centro di Galbiate dove è allestita la mostra
La “Cooperativa Arcobaleno” propone per domani una visita al “Progetto Memo”, allestito a Galbiate nel centro diurno “Le querce di Mamre”. Saranno due le fasce orarie in cui partecipare: dalle 15 alle 17 o dalle 18 alle 20, in gruppi di circa 20 persone. L’attività è rivolta ai soci della “Banca del tempo”, che ha sede sia a Valmadrera, sia a Galbiate: questa può essere una buona occasione per conoscerla e tesserarsi. Per le adesioni alla visita di martedì, si può contattare il 3334329411, anche via Whatsapp.
«Questa – sottolinea il presidente della “Btp”, Flavio Passerini - è una collaborazione con la cooperativa “Arcobaleno” che fa seguito al nostro precedente progetto “Una merenda di altri tempi”, rivolto agli anziani ospiti delle strutture del territorio» Quanto a “Memo”, sta suscitando interesse soprattutto nelle scuole: è allestito a Galbiate nell’ex bunker della ‘ndrangheta – ora, appunto, centro per anziani – e mira alla promozione della legalità attraverso la tecnologia. Vuole avvicinare i giovani, ma anche gli adulti e gli anziani, attraverso l’incontro tra diverse generazioni: è l’acronimo di “Memorie in movimento” e la cooperativa “Arcobaleno” l’ha ideato insieme a “Cinemovel Foundation”: il percorso, interattivo, racconta «la storia di un territorio, dei suoi legami con la mafia, del riscatto sociale di una comunità che ha voluto riportare al centro la legalità».
“Le querce di Mamre” è situato in una villetta appartenuta in passato al locale clan della ’ndrangheta e oggi è uno dei beni confiscati alla mafia riconvertito a uso sociale. Il progetto “MeMo” propone un nuovo modello di avvicinamento ai temi della legalità, collegati a quelli della fragilità, della solidarietà, del rapporto tra passato e presente. “Cinemovel” ha coinvolto gli operatori della cooperativa “Arcobaleno”, gli ospiti del centro diurno e i protagonisti della società civile nella produzione di un racconto collettivo in cui proprio le immagini in movimento diventano filo conduttore; vanno dalla testimonianza di Algia, ospite delle “Querce di Mamre”, che apre ai ragazzi la sua «scatola dei ricordi».
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