«Il piccolo Leo ha rischiato la vita,
l’ambulanza era bloccata»: lo sfogo
di un papà di Calolziocorte

Calolziocorte

Nessuna polemica, nessun’accusa. Solo un appello affinché le istituzioni, o meglio il sistema sanitario, facciano tutto il possibile perché in situazioni emergenza e urgenza tutto funzioni a dovere. Ne va della vita di bambini, adulti e anziani. Di chiunque. Due settimane fa è successo a suo figlio di appena 3 anni e qualcosa in quei drammatici momenti in cui il piccolo, colto da una violento attacco epilettico, ha rischiato di morire, non ha funzionato.

Ha suscitato grande empatia, lo sfogo che Giacomo Valsecchi, di Calolziocorte , ha affidato ieri alla pagina Facebook “Sei di Calolzio se”. Il giovane papà ha condiviso con la comunità e il popolo del web quanto accaduto il 20 marzo, quando suo figlio Leonardo di 3 anni e mezzo è stato colto da un violento attacco epilettico. In tanti hanno dimostrato vicinanza alla famiglia e pregato per il piccolo. Nel voler ringraziare tutti, dai volontari, ai soccorritori, dal personale sanitario a chi ha inviato loro messaggi di solidarietà, la famiglia ha voluto lanciare un messaggio. È il papà a raccontare: «Dopo una gravidanza a rischio a causa del citomegalovirus e poi anche dello streptococco, situazioni che hanno richiesto continui esami e terapie, nostro figlio è sempre stato il ritratto della salute. Fino al giorno della Festa del papà. Le insegnanti della scuola dell’infanzia di Sala hanno visto che non stava bene e così siamo andati a prenderlo per portarlo a casa. Dopo un po’ di febbre sembrava essersi ripreso benissimo, ma il 20 marzo intorno alle 18.30 il tracollo. Ha iniziato a stare malissimo, metà parte del suo corpo ha preso a tremare e non sembrava essere presente. Ero convinto che stesse avendo un ictus». Il padre, nonostante il mondo gli stesse crollando addosso, ha reagito con razionalità, lanciando immediatamente l’allarme.

«L’ improvviso stato epilettico si è protratto per circa 45 minuti in attesa che arrivassero i soccorsi, purtroppo sempre più spesso impegnati in tanti codici bianchi e verdi (come mi è stato riferito da dei soccorritori). Poi abbiamo atteso anche l’arrivo dell’automedica. Stabilizzarlo per il trasporto ha richiesto molto tempo e impegno e innumerevoli iniezioni, fino ad arrivare a metterlo in coma farmacologico e a doverlo intubare. Io in quel momento pensavo solo che nostro figlio stesse morendo» .A quel punto è stato poi richiesto l’intervento dell’elisoccorso. «Che qualcosa non abbia funzionato al campo di calcio del Lavello è innegabile. Abbiamo dovuto attendere minuti preziosi, fare un lungo tratto dissestato in barella e poi a braccio (grazie ai meravigliosi soccorritori del Soccorso Alpino) in quanto l’ambulanza non passava dalle barriere di altezza del parcheggio, non conosceva il tragitto per aggirarle e nessuno era presente ad indicarglielo (quanto meno all’arrivo della stessa). Ha richiesto tempo anche trovare l’ospedale che avesse posto e il reparto giusto per questo tipo di urgenza».

Valsecchi sottolinea un aspetto molto importante: «Io non voglio fare polemica, voglio solo che questo mio intervento possa essere costruttivo. Per il bene di chiunque ne dovesse avere bisogno in futuro, un correttivo deve essere adottato. A parte il Bione, qui vicino non c’è una piazzola sul territorio omologata per l’atterraggio urgente dell’elisoccorso, ad esempio». Il piccolo è stato portato agli Ospedali Civili di Brescia.

A tal proposito il sindaco Marco Ghezzi spiega: «Il campo sportivo del Lavello è raggiungibile dai mezzi di soccorso in tre punti diversi, tramite l’isola pedonale che il martedì accoglie il mercato settimanale. Per quanto riguarda la piattaforma per l’elisoccorso stavamo lavorando proprio per realizzarne una a Calolzio, vicino al campo da calcio “Marco Scola” al Lavello, dove c’era il cantiere della nuova Ss 639. C’è già una gettata di cemento e avevamo avuto incontri con Areu. Ma il tutto si è fermato in attesa del nuovo progetto per la strada». Tornando al piccolo Leonardo, il papà prosegue: «Dopo un rapido e incredibile recupero, sono seguite altre crisi epilettiche. In una situazione sembrava che non fosse sveglio e cosciente. E invece lo era. L’esame che poteva far capire ai medici questo stato però non poteva essere effettuato nel weekend. Questo è assurdo».

Il piccolo Leonardo è ancora oggi in ospedale: «Superate le crisi oggi sta combattendo contemporaneamente contro tre pericolosi patogeni; batteri e virus, tra cui quel maledetto citomegalovirus, ma contiamo di poter uscire presto». L’augurio di tutta la città che si è presa a cuore la storia del piccolo Leonardo è che il 13 maggio alle 11 il bimbo sia con i suoi genitori nel giorno delle loro nozze.

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