Il lupo un po’ meno protetto, la decisione del Comitato permanente per la Convenzione di Berna
Il lupo torna nel mirino dei cacciatori. Dopo i tanti avvistamenti anche nel lecchese, da San Michele di Galbiate al monte Barro, da Colico al Monte Legnone, dai Piani Resinelli ai Piani d’Artavaggio e un po’ in tutta la Valsassina, insomma, dal lago ai monti, si potrebbe aprire una nuova regolamentazione della presenza del lupo sui nostri monti.
Infatti la riunione annuale del Comitato Permanente per la Convenzione di Berna, sulla conservazione della vita selvatica e degli habitat naturali in Europa, ha portato al declassamento del lupo da specie “assolutamente protetta” a specie “semplicemente protetta”. Una vittoria per l’europarlamentare Pietro Fiocchi che parla di «risposta concreta alle richieste avanzate da allevatori, pastori, comitati, associazioni e cittadini, che da anni denunciano le difficoltà legate alla presenza non controllata dei lupi».
Il prossimo passaggio per Fiocchi sarà «l’aggiornamento della direttiva Habitat, nei prossimi mesi, seguito dall’adeguamento delle normative nazionali, il che permetterebbe di adottare piani di gestione adeguati a livello locale». L’europarlamentare Ecr (conservatori riformisti europei), non ha dubbi: «Dopo anni di battaglie e appelli inascoltati, oggi vediamo i primi risultati di un percorso che richiede ancora il nostro impegno. Questa decisione dimostra che un equilibrio tra conservazione della fauna e tutela delle persone è possibile».
Ma Fiocchi fa notare che resta fondamentale vigilare perché il processo non si interrompa: «Nei prossimi giorni provvederò a contattare la nuova Commissaria europea all’Ambiente Jessika Roswall perché si proceda rapidamente alla modifica della direttiva Habitat. La nostra priorità è garantire una convivenza sostenibile tra uomo e natura, tutelando il patrimonio naturale e le attività che danno vita e sostegno alle nostre comunità rurali».
L’argomento, però, a livello territoriale e regionale sta molto a cuore anche a Giacomo Zamperini, quale presidente della Commissione Montagna di Regione Lombardia, coordinatore del Gruppo di Lavoro “grandi carnivori” in Regione Lombardia. «Questa è una giornata storica, specialmente per gli allevatori ed i pastori lombardi. Ora, non ci sono più scuse né tempo da perdere. Si proceda immediatamente ad adeguare la normativa per consentire un migliore controllo del lupo. Servono regole chiare e certe per avviare, assieme al necessario monitoraggio, un piano di contenimento in Italia come in Lombardia».
Per il consigliere regionale di Fratelli d’Italia: «Numeri alla mano, il lupo non è una specie che rischiava l’estinzione, anzi si sta diffondendo in modo esponenziale, costituendo un potenziale pericolo per l’uomo e le sue attività, specialmente quelle legate ai territori montani ed al mondo rurale».
Zamperini si è già fatto portavoce presso l’assessore alle Foreste Beduschi che ora organizzerà un incontro con le regioni dell’arco alpino per poter studiare una strategia di intervento comune. I lupi, vien da dire, non rispettano i confini tra Lombardia e Piemonte o tra Lombardia e Veneto.
© RIPRODUZIONE RISERVATA