Cronaca / Circondario
Giovedì 23 Febbraio 2017
Il lavoro dell’editore
Lecchesi nella giungla di carta
Nuove aziende: primo bilancio dell’attività della Tam. Nata in autunno da un’idea di Edg e Federico Pistone sta cercando di ritagliarsi uno spazio nel mercato dei libri
Libri? Meglio di no, è un prodotto vecchio, con un mercato in contrazione: chi legge più? In sintesi: si vende poco e male (margini bassi). Potrebbe essere la risposta di una qualsiasi agenzia di consulenza aziendale a chi volesse dar vita ad una casa editrice.
Suggerimenti non ascoltati da due soggetti (uno è una società, l’altro una persona fisica) lecchesi: la Edg (Editoria grafica) Colombo, tipografia di Valmadrera, e Federico Pistone. La Edg, nelle persone di Marco e Giovanni Colombo, e Pistone a settembre hanno dato vita alla Tam editore. Il nostro giornale se ne è già occupato in autunno nelle pagine di cultura, torniamo sulla Tam per cercare di capire com’è il mercato dei libri; se è vero che si vende poco e male (a parte i best seller delle grandi case editrici); se ci sono, e quali, prospettive per crescere (almeno un po’) come azienda. Cominciamo con un primo bilancio, dopo cinque mesi di attività: «È dura - ammette Federico Pistone - forse più di quanto potessimo immaginare. Per adesso le spese che abbiamo sostenuto sono superiori alle entrate, come succede in qualsiasi avviamento d’impresa».
Una spinta ai ricavi della casa editrice potrebbe arrivare dall’accordo che sta perfezionando con la Gazzetta dello sport. «Siamo in dirittura d’arrivo - spiega Pistone per siglare un contratto che prevede la vendita in abbinata per due mesi del giornale e del nostro libro sulla Ferrari. È tra i primi titoli che abbiamo pubblicato. L’abbiamo fatto in previsione dei settant’anni della casa di Maranello, l’ha scritto Umberto Zapelloni, vice direttore della Gazzetta e per anni inviato sui circuiti della F1».
Finora sono sette i titoli nel catalogo Tam e nei prossimi mesi sono in uscita altri sette libri.
Altre domande di contabilità: per arrivare all’equilibrio tra costi e ricavi quanto deve vendere un libro? «In una micro realtà come la nostra - risponde Pistone - bisogna vendere almeno duemila copie. Va tenuto presente, che il 55% dei ricavi va ai librai e ai distributore. All’editore resta il 45%, con il quale va remunerato l’autore e pagati i costi: la carta, la stampa, il magazzino, la promozione, i diversi aspetti della gestione aziendale. Facile capire che i margini sono molto ridotti». E per raggiungere il pareggio di bilancio, una casa editrice come la vostra quanti titoli deve pubblicare in un anno? «È difficile trovare l’equilibrio. Non si possono pubblicare troppi titoli, per non avere costi eccessivi e per non dare l’impressione al mercato e ai librai di essere ossessivi, ma non bisogna cadere neanche nell’eccesso opposto per non diventare invisibili. Diciamo che per noi l’equilibrio potrebbe essere sui venti titoli all’anno, più o meno due al mese».
Quando nasce un’impresa, ci si dà un arco temporale per capire come va. È così anche per voi? «Sì, più o meno ci siamo dati un anno nella convinzione comunque che con un’offerta di qualità, come noi puntiamo a dare, la risposta del mercato ci dovrebbe essere. Noi proponiamo libri con contenuti, scritti in genere da firme del giornalismo, agili nella lettura, maneggevoli nel formato, con una grafica accattivante e un prezzo, 9,5 euro, attraente».
Tra i progetti ai quali stanno lavorando la Tam c’è un libro che «parte da Mandello - sintetizza Pistone - per andare anche all’estero. Vorremmo proporre un libro sulla storia della Guzzi che, tradotto, punterebbe anche su quei mercati esteri dove è più forte il marchio dell’Aquila».
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