Il Lario è fortemente inquinato

Grazie alla campagna “Goletta dei laghi” di Legambiente sono stati analizzati undici punti del lago e sette di questi sono risultati altamente inquinati. Cinque quelli sulla sponda orientale del Lario

Su undici punti del Lario, fra ramo lecchese e comasco, sottoposti a campionamento nell’ambito della campagna “Goletta dei laghi” di Legambiente, ben sette sono risultati essere fortemente inquinati. E’ tutt’altro che roseo il quadro presentato questa mattina, a Bellano, dall’associazione ambientalista, che da diciannove anni promuove la campagna di monitoraggio della qualità delle acque lacustri, e che quest’anno ha effettuato prelievi nelle giornate del 14 e il 17 giugno scorsi.

Guardando al dettaglio delle analisi effettuate quest’anno, Legambiente sottolinea: “Tra i sette punti fortemente inquinati, le foci dei torrenti Cosia, Albano (ramo di Como) e Meria a Mandello, confermano le criticità già riscontrate nei monitoraggi 2023; mentre gli altri quattro punti, le foci dei torrenti Inganna, Esino, Caldone e Gallavesa nel lecchese, che lo scorso anno erano tutti entro i limiti di legge, sono risultati fortemente inquinati”.

A tal proposito, il portavoce di Goletta dei Laghi, Emilio Bianco ha commentato: “Sul lago di Como continueremo a insistere con i monitoraggi, perché sul bacino lacustre persistono alcune criticità che riscontriamo da anni e che, al di là dell’eccezionale momento metereologico che continua a interessare il Nord Italia, richiedono particolare attenzione”.

Un’attenzione che non deve venire meno, anche se le criticità non mancano: “Purtroppo, dobbiamo constatare che poco è cambiato rispetto a quanto evidenziato negli anni precedenti dalle analisi di Goletta dei Laghi – hanno aggiunto i rappresentanti dei Circoli Legambiente di Bellano, Lecco e Como -. Una fotografia che si ripresenta soprattutto nei punti dove, ancora oggi, non sono state messe in atto azioni per potenziare le reti fognarie, i collettori o il recapito finale ai depuratori. Periodi di forte siccità o, al contrario, di piogge intense pongono un interrogativo più stringente rispetto agli investimenti che ancora mancano e a quelli fatti finora. Emblematiche continuano a essere le situazioni della città di Como con il torrente Cosia, ricettacolo di scarichi non controllati, del torrente Caldone a Lecco, che riceve reflui non collettati. Chiediamo di accelerare i controlli e i conseguenti interventi sulle fognature, per evitare di alimentare l’inquinamento del lago già messo sotto pressione da navigazione, cementificazione e pressione turistica”.

Nello specifico i risultati delle analisi microbiologiche mostrano che, degli undici punti di campionamento, sette hanno concentrazioni di escherichia coli ed enterococchi intestinali ben al di sopra dei limiti di legge. A essere risultati fortemente inquinati sulla sponda orientale del lago sono le foci del torrente Inganna a Colico, del torrente Esino a Perledo, del Meria a Mandello, del Caldone a Lecco e del torrente Gallavesa di Erve.

Nel comasco, invece, le foci del torrente Cosia, nei pressi del Tempio Voltiano Como, e quella del torrente Albano a Dongo. Rispettano, invece, i limiti le foci del torrente Valle dei Mulini a Bellano e del rio Varrone a Dervio, Telo ad Argegno, del Breggia a Cernobbio.

All’incontro hanno partecipato Barbara Meggetto, presidente Legambiente Lombardia, Costanza Panella, Enzo Tiso e Diletta Negri, presidenti dei Circoli Legambiente di Bellano, Como e Lecco. Presenti anche i rappresentanti di Ato, Lario Reti Holding e Ats Insubria.

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