Cronaca / Circondario
Martedì 02 Ottobre 2018
Il decreto Salvini rimescola le carte
I migranti restano ma senza progetti
Carenno: il Cas di via Rigolo doveva chiudere per riconvertire in Sprar quello di via Pertus - Adesso restano 19 stranieri invece che sei e peraltro senza più attività da svolgere
Dalla possibilità di chiudere il Cas più grande con la trasformazione in Sprar di quello più piccolo alla prospettiva di veder chiuso il più piccolo e di avere una ventina di migranti privi di attività, a spasso per il paese senza far nulla.
Sembrava tutto impostato nel modo migliore, a Carenno, per permettere all’amministrazione comunale di Luca Pigazzini di ridimensionare in misura consistente la presenza di richiedenti asilo. Dei due centri di accoglienza straordinaria (uno con 19 persone e l’altro con 6) ne sarebbe infatti rimasto uno solo, quello di dimensioni minori. Ma una serie di elementi, tra cui le nuove disposizioni del ministero dell’Interno, hanno cambiato le carte in tavola.
«Avevamo chiesto di trasformare in Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) il più piccolo dei due Cas, quello in via Pertus – ha spiegato il primo cittadino -. E la domanda era destinata ad essere accolta. Questo avrebbe portato alla chiusura dell’altra struttura, che in via Rigolo ospita 19 persone, facendo rientrare anche il nostro territorio comunale nei limiti del 3 per mille relativo all’accoglienza diffusa. Ma il ministero dell’Interno ha cambiato le proprie disposizioni, bloccando questa possibilità».
Tra l’altro, il ministro Salvini ha annunciato che stringerà i cordoni della borsa. «Il nuovo modello prevede il rimborso solo di vitto e alloggio. Questo porterà a un taglio delle attività dedicate all’integrazione, quelle che in questi anni hanno permesso che gli ospiti non stessero tutto il giorno senza aver nulla da fare».
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