Cronaca / Circondario
Domenica 28 Aprile 2019
Il cantiere del nuovo ponte di Isella
Che cosa cambierà per la viabilità
Civate: A maggio cominceranno i lavori per la demolizione e costruzione del cavalcavia Scongiurata l’ipotesi di deviare i veicoli all’interno del paese: «Sarebbe stato un inferno»
Con maggio, occhi puntati sulla ricostruzione del cavalcavia sulla statale 36, nato male, secondo quanto emerge nella prima fase d’attuazione del progetto.
Il primo problema è che «le due spalle, destinate a sorreggere la campata unica – ha riferito il geometra Paolo Valentini, capocantiere – si vengono a trovare in punti critici, in particolare quella sul versante di Isella. Notoriamente, la previsione è di mantenere in funzione per l’uso pedonale il ponte attuale e di demolirlo solo quando la nuova infrastruttura sarà stata completata, collaudata e resa percorribile per il traffico; tuttavia, una parte della nuova spalla va proprio a coincidere con una piccola porzione del vecchio ponte».
Se così non fosse stato, non si sarebbe resa necessaria la demolizione parziale, alla quale invece il manufatto andrà incontro a breve. Ciò comporterà ulteriori, impattanti modifiche della viabilità, che aggraveranno il quadro, già pesante. Stava per andare, d’altronde, persino peggio. «Il progetto iniziale – rivela il vicesindaco Angelo Isella, reggente del Comune dopo la morte del sindaco Rino Mauri – prevedeva che tutto il traffico proveniente da Lecco, ad un certo punto dei lavori, venisse deviato nel centro di Civate e, di fatto, lo attraversasse per reimmettersi sulla statale 36 dopo il cantiere. È stata ventilata questa soluzione, alla quale ci siamo, naturalmente, opposti: nel nostro abitato, avrebbe creato un caos inimmaginabile». Rende noto il comandante della polizia sovraccomunale, Danilo Bolis: «Quando questa eventualità è emersa, abbiamo dovuto mettere in chiaro la cosa: è vero che l’amministrazione comunale non ha autorità né sulla statale 36, né sui tratti di viabilità provinciali circostanti, ma all’interno del paese è la sola che, invece, può decidere e la nostra scelta sarebbe stata inevitabile: chiudere all’altezza della ditta “Comini” il passaggio, tranne che per i residenti. Sarebbe stato un altro inferno e, di fatto, si sarebbe paralizzata la circolazione».
Così, le alternative sono quelle in campo, che mostreranno nuovamente tutti i propri punti deboli però sia nei prossimi giorni, durante il rientro dal lungo weekend festivo dei gitanti diretti verso il Milanese, sia alla ripresa delle attività lavorative, anche nell’altro senso di marcia. Sulla 36, in uscita dal tunnel del Barro, è stata riattivata la vecchia rampa e, sino a fine, è chiusa la corsia di accelerazione.
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