Cronaca / Circondario
Domenica 01 Novembre 2015
Il caldo e l’ammoniaca
colpevoli dei miasmi
Una “torre” anti puzza
Vertice in ProvinciaI, il tecnico ha spiegato il fenomeno che si sprigiona dall’impianto di compostaggio di Annone. Investimento tra i 300 e i 500mila euro per la soluzione: un abbattitore che trattiene il residuato del biofiltro
Le alte temperature e l’ammoniaca sono i colpevoli della puzza che, dalla scorsa estate, sta ammorbando l’aria nel territorio circostante l’impianto di compostaggio dei rifiuti, gestito da Silea: è questo il verdetto emerso dallo studio affidato dalla società di Valmadrera a Vincenzo Torretta - un’autorità in materia – e illustratoda un consulente, nel corso del preannunciato vertice convocato in Provincia.
Nella medesima occasione, sono state prospettate le soluzioni. Al tavolo c’erano – oltre a Provincia e Silea – il comitato tecnico-scientifico istituito per vigilare sul corretto funzionamento dell’impianto; i sindaci di Annone, Civate e Suello; l’agenzia regionale per l’ambiente, Arpa. Dall’indagine commissionata da Silea è emerso il problema preciso: «Siamo molto soddisfatti: adesso, abbiamo una rotta chiara e condivisa», ha commentato l’amministratore unico di Silea, Mauro Colombo; le opere saranno attuate – è l’impegno – entro il prossimo aprile: richiederanno un investimento tra i 300mila e i 500mila euro. Il nodo da sciogliere sono le temperature alte, sia determinate da picchi stagionali – come la scorsa estate – sia dai rifiuti, lasciati magari a fermentare ancora prima di raggiungere Annone, in cassoni o piazzali. L’eccessivo caldo favorisce un processo al termine del quale scaturisce ammoniaca, la quale danneggia o, persino, uccide i microrganismi contenuti nel biofiltro delle vasche: dovrebbero digerire le componenti che puzzano. Ecco perché – è la diagnosi – i ripetuti, ingenti investimenti di Silea sulla movimentazione e il parziale rinnovo del biofiltro non hanno dato risultati, non essendo stata affrontata la criticità a monte. Si installerà un abbattitore, detto bioscrubber. Questa sorta di torre tratterà il residuato dell’attività del biofiltro, contenente (in quantità variabile) l’ammoniaca killer. Per ottenere il raffreddamento del processo, invece, si sfrutterà un terzo intervento: il deposito del compost verrà dotato di aspiratori e quest’aria, prelevata dal capannone, convogliata per regolare il processo del biofiltro.
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