Cronaca / Circondario
Venerdì 29 Luglio 2016
Il Barro e il Curone insieme
Piace l’idea del parco unico
L’assemblea ha valutato con favore la possibile fusione tra le aree protette
Un Parco unico, da Galbiate a Montevecchia: perché no? L’assemblea del “Monte Barro” ha spiazzato la presidenza, l’altra sera, valutando con favore la fusione col “Curone” che emergerebbe dalla riforma delle aree protette: il condizionale è d’obbligo, dopo la recente replica dell’assessore regionale Claudia Trezzi alle obiezioni dei due presidenti.
Secondo quanto riferito da quello del “Monte Barro”, Federico Bonifacio «l’assessore ha escluso l’obbligatorietà»; più precisamente, la Trezzi ha assicurato di non voler «rompere il legame che si è costituito nel tempo tra i Parchi, i Comuni, le comunità locali e le associazioni», salvo indicare comunque «un anno di tempo, per i gestori dei Parchi, per coinvolgere le amministrazioni locali e presentare una proposta condivisa affinché il sistema integrato delle aree regionali protette si realizzi e si contribuisca alla realizzazione, tra esse, di connessioni ecologiche». Dunque, l’assessore Trezzi non molla, ma da queste parti gli enti sembrano dalla sua parte.
La Provincia in assemblea ha esortato Bonifacio a «non subire, però a gestire il cambiamento; il mondo stesso cambia; anche i Comuni devono considerare diverse forme e dimensioni per avere più forza: non bisogna innalzare muri, pur senza permettere le decisioni a tavolino». Più esplicito il sindaco di Pescate, Dante De Capitani: «Sulla fusione dei Comuni ho una posizione personale: è peggiorativa e, in quel caso sì, incide sull’identità e la storia, senza nmigliorare i servizi; sui Parchi, invece, credo che l’accorpamento vada nella direzione del bene comune, in quanto non snatura l’offerta ambientale». Il Comune di Lecco ha fatto eco: «Dobbiamo dimostrarci aperti (pur con le dovute cautele) verso un futuro che si costruisce solo aggregandosi». Per il vicesindaco di Galbiate, Daniele Gasperini «Lecco dice bene: sì alla fusione dei Parchi e sì anche alla fusione dei Comuni. La riforma non è negativa: basti pensare alle esigue risorse del “Monte Barro” oggi, per esempio per la manutenzione dei sentieri: insieme si può fare di più».
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