I volontari dello sportello Ascoltarci sul caso dei senzatetto a Calolzio: «Mancano politiche sociali»

«Invitiamo i sindaci e le istituzioni ad assumersi le proprie responsabilità e a smettere di nascondersi dietro soluzioni drastiche e inefficaci. Serve una seria riflessione su come garantire dignità e diritti anche a chi si trova in situazioni di difficoltà»

«Il vero problema è l’assenza di politiche sociali dei Comuni». È quello che sostengono i volontari dello sportello Ascoltarci riguardo al caso dei senzatetto che bivaccano nella zona delle case delle associazioni.

Riferendosi all’ultimatum del sindaco, affermando di essere «contrari a soluzioni di imposizione “poliziesca” stile “Daspo urbano”», giudicandole «inutili scorciatoie per nascondere e rinviare la risoluzione di problemi di grave disagio sociale e tasselli del tentativo di creare uno Stato di polizia, che...vuole criminalizzare i conflitti sociali». Inoltre, precisano come gli aiuti non siano stati forniti dall’amministrazione comunale bensì «da privati cittadini, volontari come noi e dall’associazione Il Gabbiano, che da anni si occupa di offrire supporto concreto a chi ne ha più bisogno».

È tuttavia sul rimpallo di responsabilità tra sindaci, quello di Calolziocorte e di Dervio, che quelli di sportello Ascoltarci affondano il coltello, affermando che quanto avviene «dimostra l’incapacità di affrontare il problema in modo serio e strutturato». Anche e soprattutto perché «il fenomeno delle persone senza fissa dimora è in aumento anche a Calolziocorte», dove tuttavia non vengono messi in campo i necessari «progetti di accoglienza e housing sociale che questa amministrazione dovrebbe aver predisposto. Nemmeno un progetto a bassa soglia è stato avviato, uno spazio che potrebbe offrire docce, lavatrici e una mensa per soddisfare i bisogni essenziali di una fascia di popolazione in estrema difficoltà». Una mancanza che si innesta sulla «assenza di una politica pubblica sulla casa e il diritto all’abitare da parte degli enti pubblici».

Nemmeno le soluzioni a cui si sta lavorando risultano sufficienti per i volontari di Ascoltarci. «Si parla di loro come persone moleste e si propongono superficialmente soluzioni, come la divisione della coppia, che richiedono competenze e complesse analisi che possono essere fatte solo dai competenti servizi di assistenza psicologica. Invitiamo i sindaci e le istituzioni ad assumersi le proprie responsabilità e a smettere di nascondersi dietro soluzioni drastiche e inefficaci».

Piuttosto che «alimentare tensioni e stigmatizzare la povertà, serve una seria riflessione su come migliorare le politiche sociali sul territorio, e soprattutto su come garantire dignità e diritti anche a chi si trova in situazioni di grave difficoltà». Occorrerebbero, insomma, «più risorse da destinare alle politiche sociali, socio-sanitarie e della casa, innanzitutto da parte dei Comuni, aumentando i trasferimenti statali e regionali in questi settori, grazie alle risorse recuperate dalla lotta all’evasione fiscale e al taglio delle spese militari e per le guerre».

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