I volontari di AscoltArci: «Per gli stranieri trovare una casa è impossibile»

Anche se in ritardo, gli stranieri restituiscono sempre quanto gli è stato prestato. E si scusano di non avere rispettato gli accordi. Non così gli italiani.

Eppure, per gli stranieri, trovare casa, anche se a garantire sono quelli dell’Arci, è sempre un’impresa. Appena cinque gli appartamenti che sono stati trovati in sei anni di attività. «C’è razzismo», denuncia Corrado Corti, che l’altra sera, insieme a Dario Consonni, ha presentato gli ultimi dati riguardanti lo sportello Ascoltarci nella sede Arci di piazza Regazzoni. L’obiettivo era e resta quello di offrire supporto gratuito a chi si trova in difficoltà, promuovendo una rete di solidarietà e sostegno sul territorio, per italiani e stranieri. Attivo dal 2018, lo sportello si propone di ascoltare e orientare le persone nella risoluzione dei problemi, attraverso una politica di mutuo aiuto. «In questi anni - racconta l’attivista - abbiamo creato collegamenti con professionisti che lavorano con noi gratuitamente, dai legali ai medici e ai dentisti, che ci permettono di prestare assistenza a chi non ha permesso soggiorno. Ma abbiamo stretto legami anche con tante associazioni come Caritas e sindacati come Cgil».

Negli ultimi due anni, allo sportello hanno avuto accesso 220 persone. Alcuni più volte. Nella metà dei casi (106) si tratta di italiani. Il resto invece è composto da stranieri, soprattutto senegalesi, marocchini, albanesi. Le richieste più importanti riguardando il settore della casa. Si è passati dalle 53 richieste del 2021 alle 108 dell’ultimo biennio. «Il tema dell’abitazione rappresenta una delle principali emergenze sociali. E spesso chi ha questo problema ne ha altri». Raddoppiate anche le richieste di sostegno economico, che sono triplicate, passando dalle 28 del 2021 alle 73 del 2024.

Tra gli strumenti utilizzati, il prestito etico. Ne ha parlato Dario Consonni, che ha sottolineato i differenti comportamenti tra italiani e stranieri. «Gli stranieri restituiscono sempre anche se in ritardo. Quando arrivano, hanno sempre la cifra esatta segnata su un foglietto e si scusano. Gli italiani, invece, no». Nella maggior parte dei casi, i soldi vengono utilizzati per risolvere problematiche precise. Per esempio, l’immigrato li utilizza per ottenere la patente di guida del camion e lavorare oppure per riparare l’auto che gli serve per raggiungere il posto di lavoro. Numerosi si sono rivolti allo sportello anche per avere una tutela dal punto di vista lavorativo. Si è infatti passati dalle 56 richieste del 2021 alle 80 dell’ultimo anno. Tra gli altri compiti evasi dello sportello, che si avvale di numerosi volontari, anche la compilazione di curriculum vitae ma anche tante pratiche riguardanti la famiglia, dal ricongiungimento famigliare alle cause di separazione e divorzio, per finire con quelle riguardanti i minori.

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