Cronaca / Circondario
Martedì 10 Luglio 2018
I dipendenti Aerosol
Si sono licenziati
Senza stipendio da otto mesi, si sono dimessi, solo così possono usufruire dell’indennità della Naspi: «Non abbiamo speranze: la produzione non ripartirà»
Ancora nessuna risposta per i lavoratori dell’Aerosol di Valmadrera che devono far fronte alla grave crisi che l’azienda farmaceutica attraversa da due anni, con otto mesi di stipendio arretrato, produzione bloccata dal 15 dicembre, rami cosmetico e dei presidi medici e chirurgici dismessi e una richiesta di concordato in continuità presentata la scorsa settimana per congelare le istanze di fallimento.
Al tavolo convocato dal prefetto infatti, il secondo nell’ultimo mese, nemmeno questa volta si è presentato l’amministratore unico di Aerosol Giovanni Bartoli. Durante la riunione che ha visto anche la partecipazione del sindaco di Valmadrera Donatella Crippa e dell’unità di crisi della Provincia di Lecco i sindacalisti Nicola Cesana (Cgil), Massimo Ferni (Cisl) e Celeste Sacchi (Uil) hanno rappresentato tutta la drammaticità della situazione: «Abbiamo ribadito quanto i lavoratori hanno voluto mettere nero su bianco in un volantino: vogliono giustizia, vogliono gli stipendi arretrati e vogliono risposte. Non è possibile che a quasi due anni dalla cessione non si sappia ancora chi sono i soci che controllano Aerosol, né che intenzione abbia questa proprietà. Aerosol se ben gestita aveva ancora un futuro perché era leader nel proprio settore».
Sul tema dei soci nemmeno da parte della Prefettura ci sarebbero grandi margini di manovra: «Il prefetto – continuano i sindacalisti – ci ha spiegato che non rientra nelle sue prerogative e che per attivare la Procura e la Finanza serve un’ipotesi di reato che a oggi sembra difficile da identificare. Anche sull’assenza odierna di Bartoli ci è stato risposto che comunque con la richiesta di concordato ha compiuto un’azione che spiega quello che intende fare».
Intanto i lavoratori, tutti o quasi, si sono dimessi per giusta causa per non perdere il diritto alla Naspi. Nelle ultime settimane sarebbero quaranta i dipendenti che se ne sono andati, per un organico di Aerosol ormai composto da poche unità contro la cinquantina di lavoratori in forza un mese fa e i 120 dello scorso anno. Lavoratori allo stremo delle forze che ieri hanno comunque manifestato davanti alla Prefettura distribuendo un volantino che riassume la storia di questi ultimi due anni di crisi. Le speranze di poter ripartire sono ormai quasi azzerate come spiega Antonella Ferracini: «Mi sono licenziata per poter mangiare. Siamo al nono mese senza stipendio e non si poteva più andare avanti così. Almeno così andiamo in Naspi perché di garantito abbiamo solo 3 mensilità, il tfr e i contributi. Che il dottor Bartoli non si sia presentato nemmeno oggi è una vergogna. Personalmente ho solo un due per cento di speranza che l’azienda riparta».
Stesse considerazioni per Maria Rita Sala: «Mi sono licenziata come tante persone. Abbiamo dovuto farlo, nonostante non abbiamo un lavoro alternativo, per non perdere il diritto alla Naspi e dopo 30 anni di lavoro licenziarsi è davvero dura. La speranza di ripartire non c’è più, infatti si sono praticamente licenziati tutti. Mi sembra che da parte della proprietà non ci sia la volontà di ripartire: ci potevano dare uno stipendio per tenerci buoni ancora qualche mese, ma questo piccolo sforzo non è stato fatto. Probabilmente volevano portarci a questo punto: abbiamo visto le produzioni sparire, clienti storici che se ne sono andati. Chi c’era prima ci ha portato qui: eppure era un’azienda che aveva commesse».
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