Cronaca /
Mercoledì 25 Dicembre 2024
Gatti, il calolziese comandante dell’Open arms: «Salvini assolto? Sono sorpreso»
«Ho visto la sofferenza delle persone a bordo». Riccardo Gatti è impegnato da dieci anni nella ricerca e soccorso dei migranti nel Mediterraneo. Quei venti giorni dell’agosto 2019, il calolziese, all’epoca direttore di Open Arms Italia, se li ricorda bene. «Insieme ad altre persone, tra cui Richard Gere, abbiamo fatto su e giù dalla nave. – spiega Gatti – Gli ultimi giorni prima dello sbarco sono rimasto anche a dormire. Le persone a bordo erano molto stanche».
La nave dell’Ong spagnola aveva a bordo 147 migranti salvati in mare. L’autorizzazione allo sbarco era arrivata dopo venti giorni. Per quei fatti, Matteo Salvini, all’epoca Ministro dell’Interno, è stato recentemente assolto dall’accusa di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio. «La sentenza dei giudici di Palermo – sottolinea il calolziese – mi ha lasciato sorpreso. C’era molta aspettativa sul risultato ma non si pensava potesse arrivare un’assoluzione piena. Adesso aspetteremo le motivazioni della sentenza per sapere quali sono le ragioni di un verdetto che non lascia indifferenti». Secondo Gatti, quanto accaduto nell’agosto 2019 è stato solo un tassello di una strategia che la politica, italiana ed europea, porta avanti da anni. «È stata un’imposizione del potere contro migranti e Ong. – sottolinea l’attivista – Quella vicenda si inserisce in una visione generale di disprezzo delle vite dei migranti e dell’impegno delle ong portata avanti da tutti i governi fin dal 2017».
Una strategia di cui i centri in Albania aperti dal governo Meloni per ospitare i migranti provenienti da paesi considerati “sicuri” costituiscono l’ultimo esempio. «Si stanno spendendo enormi quantità di soldi – denuncia Gatti – in modo fallimentare e vergognoso per portare queste persone lontano dagli occhi di chi potrebbe denunciare la loro situazione e fornire loro cure adeguate e un aiuto nell’esercizio dei loro diritti. È un altro modo per esternalizzare ed allontanare il problema. Negli anni passati si è cercato di farlo attraverso il sostegno alla cosiddetta guardia costiera libica nonostante i ripetuti atti di violenza contro i migranti salvati in mare e riportati in Libia».
In parallelo viene portata avanti una campagna denigratoria contro il lavoro delle organizzazioni non governative. «Anche gli avvocati di Salvini – sottolinea Gatti – durante l’arringa difensiva hanno rilanciato la tesi secondo cui ci potrebbero essere dei contatti tra Ong e trafficanti di esseri umani. Questo è un discorso populista molto facile, teso a distorcere la realtà. In tutti i casi in cui sono state portate avanti in sede giudiziaria, le accuse contro le ong sono cadute perché il fatto non sussisteva. L’ultimo esempio è quello di Juventa».
Oggi Riccardo Gatti è responsabile delle operazioni di ricerca e soccorso e consulente “search and rescue” per Medici senza frontiere. «Nell’ultimo anno – conclude il calolziese – abbiamo speso sei mesi in viaggio verso i porti di sbarco che ci venivano assegnati, sempre più lontani dalla zona dei soccorsi, e due mesi fermi per vari provvedimenti restrittivi. La nave di Medici senza frontiere è una nave da 77 metri quadri, molto grande. Non era più adeguata alla situazione quindi ci siamo fermati temporaneamente per riorganizzarci».
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