A notare la carcassa che galleggiava nel lago sono stati giovedì sera alcune persone che stavano passeggiando. Sembrava una capra morta, invece dopo l’intervento di un veterinario di Ats si è appreso che si trattava dei resti di un camoscio. È successo ieri, a Garlate e per il comune è stata un’odissea trovare chi fosse incaricato di rimuovere la carcassa. Come racconta il sindaco Giuseppe Conti: «La segnalazione è arrivata da parte di alcuni residenti che avevano notato l’animale morto, lontano 5 o 6 metri da riva, in località Ruminon». Ieri mattina presto, il comune si è attivato per la rimozione. «Poiché sembra una capra ci siamo messi in allarme perché come è noto c’è allerta per la Bluetongue, la malattia infettiva che colpisce gli ovini. Ma la Polizia provinciale, nucleo faunistico ambientale non si occupa di animali domestici, ma di quelli selvatici. Per cui insieme alla consigliera Maria Grazia Maggi, che si occupa per il nostro comune proprio delle questioni legati agli animali ha contattato gli incaricati, ma le condizioni disastrose della viabilità stavano rendendo impossibile l’intervento». Non era pensabile però lasciare la carcassa galleggiante nel lago. «La consigliera Maggi è riuscita a mettersi in contatto con Ats Brianza e finalmente per un caso fortuito, il veterinario era già presente a Garlate, per cui è intervenuto e ha stabilito che non si trattava di una capra, bensì di un camoscio. Quindi essendo un animale selvatico, abbiamo di nuovo chiesto l’intervento della Polizia provinciale. E abbiamo informato anche la cittadinanza». Come l’animale sia finito nel lago o se sia caduto in acqua, in altri punti del corso del fiume e del lago e sia stato portato dalla corrente, non è stato possibile stabilirlo.
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