Galbiate, moria di pecore: ancora nessuna certezza sulla causa

Nessuna denuncia formalizzata e dunque nessuna indagine delle forze dell’ordine sull’improvvisa morte di centinaia di pecore a San Michele di Galbiate. E mentre si attendono gli esiti delle analisi disposte da Ats brianza, allevatori e associazioni di categoria si dicono sconcertati e preoccupati

Sconcerto, preoccupazione e tanto dispiacere. Allevatori e responsabili di aziende di allevamento e agricole, o di associazioni di categoria, non credono ai loro occhi nel leggere la notizia delle 400 pecore morte per cause ancora tutte da accertare in località San Michele, al confine tra Galbiate e Pescate. Tutte pecore dell’allevatore Mauro Farina, conosciuto da tutti.

Allo stato attuale non risulterebbero denunce formalizzate. Né, dunque, sarebbero state avviate indagini da parte delle forze dell’ordine. Si attendono i risultati delle analisi che Ats sta conducendo sulle pecore, prima che possano essere disposti ulteriori accertamenti. Al momento non risulterebbero nemmeno altri animali vittime di potenziali avvelenamenti. Non ci sarebbero, dunque, episodi analoghi.

Fortunato Trezzi, presidente di Coldiretti, però, non è tranquillo: “Ovviamente non possiamo che esprimere tutta la nostra vicinanza all’allevatore, pur non essendo un nostro associato, circostanza per la quale non abbiamo ulteriori notizie, che si trova ora a fronteggiare una situazione drammatica, con la perdita di quasi tutto il suo gregge. Sicuramente di fronte a queste notizie c’è da restare basiti e preoccupati: ci auguriamo che possa essere presto fatta luce su ogni dinamica. Gli elementi portano comunque a escludere ogni collegamento con la blue tongue (il virus che colpisce l’apparato respiratorio degli ovicaprini, n.d.r.), data la simultaneità dei decessi: sicuramente non è un periodo facile per il comparto ovicaprino, che va anzi sostenuto in ogni modo”.

Ma anche Giovanni Castelli presidente della Cooperativa di Comunità della Valsassina e della Montagna Lecchese, titolare dell’azienda agricola Le Casere ai Piani di Balisio, alla vigilia della grande fiera zootecnica della Valsassina che riunirà circa settanta espositori da tutta la Valsassina e non solo da stasera a domenica è incredulo per quanto avvenuto: “L’anno scorso erano morte decine di pecore il cui proprietario le aveva fatte pascolare in un prato incolto in cui probabilmente era stata sversata qualche sostanza letale per questi ovini. Ne erano morte una novantina, ma sembrava una cosa particolare, tutta da accertare, e comunque diciamo, limitata. Una morìa di queste dimensioni non l’avevo mai sentita”.

E anche il segretario della Cooperativa Valsassina, Attilio Melesi (titolare dell’azienda agricola Monte Agrella) non ha parole: “Bisogna aspettare e capire cosa sia successo veramente. Sarà dura che muoiano 400 pecore tutte insieme per “cause naturali” o per una malattia. E un fatto del genere, a memoria d’uomo, dalle nostre parti non era mai successa. È una brutta storia. E per un allevatore ritrovarsi con una strage del genere è anche una bella mazzata economica”.

Antonella Invernizzi già presidente della Cooperativa della Valsassina prima di Castelli, ed ex sindaco del comune di Morterone, è incredula e preoccupata: “Se davvero fosse un atto intenzionale, dico solo che non si può arrivare a questi livelli. Una cosa mai sentita dalle nostre parti. Io non ho mai avuto allevamenti tranne qualche coniglio e gallina, ma mi metto nei panni dell’allevatore: è una cosa molto brutta che, se confermata come intenzionale, è stata fatta con grande cattiveria, magari per qualche sgarro. Mi spiace molto che capitino cose del genere”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA