Dopo la tragedia di Ke Jie Liu
i vigili controllano la Rocca

L’appello dei genitori di Ke Jie Liu «non resterà inascoltato»: intanto, però, la Rocca è tuttora accessibile a quanti volessero malauguratamente provare l’ebbrezza di tuffarsi, a qualche giorno ormai dall’estremo saluto al quindicenne di origine cinese annegato nel lago e, quindi, dall’appello dei genitori.

Nella camera ardente dell’ospedale di Lecco il padre del ragazzo, tradotto dalla sorella, ha chiesto in nome del figliolo che «quel posto venga chiuso». Ke Jie Liu viveva, con la famiglia, a Malgrate, ma la Rocca è in territorio di Valmadrera.

Il sindaco, Donatella Crippa, chiamata in causa dalla tragedia, ieri ha riferito il «piano intrapreso, affinché la disgrazia di Ke Jie non abbia a ripetersi e per dare seguito alla volontà espressa dalla famiglia, nei modi percorribili e, secondo noi, più efficaci. Quindi – ha annunciato – sono iniziati servizi mirati della Polizia locale, specifici per il fenomeno dei tuffi dalla Rocca: la polizia, che fa capo a Valmadrera, ma vigila anche su Malgrate, ha intrapreso un’azione specifica sulla zona; col comandante, Cristian Francese, si è deciso di avviare un monitoraggio attento delle presenze, coinvolgendo i ragazzi, ogni qualvolta se ne trovassero, e nell’eventualità anche le loro famiglie. Oltre a ciò, riconfermiamo la scelta di installare il segnale di divieto. Per tutto il resto – prosegue il sindaco di Valmadrera – stiamo valutando ogni intervento possibile. La chiusura del luogo dal quale il giovane malgratese si è tuffato va valutata per fattibilità, rispetto delle norme tecniche, sulla sicurezza e sull’impatto ambientale: sono verifiche necessarie, alle quali una pubblica amministrazione non si può chiaramente sottrarre; peraltro, è risaputo che non siamo inclini alle soluzioni improvvisate, sull’onda dell’emozione».

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