Cronaca / Circondario
Sabato 07 Luglio 2018
«Difendo la plastica
materiale essenziale»
Ambiente: l’imprenditore Stefano Macchiavelli: «Si associa sempre ad oggetti di consumo usa e getta invece trova tantissime applicazioni nell’industria»
L’Unione Europea sembra aver dichiarato guerra alla plastica con un set di proposte che mira a ridurre le produzioni monouso e a limitare gli imballaggi commerciali, al fine di incidere sull’inquinamento.
Prese di posizione che hanno spinto Stefano Machiavelli, presidente della categoria plastica galvanica di Confartigianato Lecco e imprenditore attivo a Galbiate nel settore della produzione e costruzione di stampi, a intervenire nel dibattito a difesa della propria categoria e del proprio settore: «La plastica sembra essere diventata la peste bubbonica di questi anni, sembra che adesso utilizzarla sia un disastro. Ci troviamo davanti anche a una campagna mediatica che la demonizza, ma se ci guardiamo in giro la plastica è utilizzata ovunque e in ogni settore, chi la vuole eliminare dovrebbe chiedersi cosa succederebbe se da domani fosse bandita. Si pensa sempre agli oggetti di consumo, ma sono di plastica anche tantissimi componenti industriali, dove viene scelta in nome della leggerezza e dei minori costi. Penso al settore dell’edilizia e delle auto dove si è raggiunto un livello tecnologico altissimo. Se fosse abolita con cosa la sostituiremmo?»
In Provincia di Lecco sono oltre 200 le imprese che si occupano di plastica a 360 gradi di cui un centinaio associate a Confartigianato, realtà specializzate in diverse tipologie di lavorazioni dallo stampaggio a iniezione alla termoformatura e all’estrusione. In Lombardia il numero delle aziende del settore arriva a 5mila con decine di migliaia di addetti. «L’Unione europea – continua il presidente Machiavelli - sta lavorando molto per limitare la plastica. Si parla addirittura dell’abolizione del monouso, ma ci sono situazioni come le vaschette per gli ospedali oppure i bicchieri dei distributori dove è difficile trovare un’alternativa. Oppure pensiamo quando, per motivi di sicurezza, non si può usare il vetro. Mi chiedo poi come si possa pensare di bloccare il consumo e le produzioni perché non si è in grado di gestire le fasi di raccolta e riciclo». Eppure l’immagine delle isole di plastica in mezzo agli oceani hanno colpito tutti: «Il primo messaggio che ci sentiamo di mandare è che a inquinare è chi abbandona la plastica. Se ovunque andiamo, al mare, a bordo strada, sui sentieri, troviamo plastica abbandonata è perché qualcuno di incivile l’ha lasciata lì. Se si formano le isole di plastica in mezzo al mare è perché qualcuno l’ha abbandonata. Su questo tema noi ci siamo per fare campagne di informazione sull’importanza del riciclo, del riutilizzo e per fare una battaglia per una maggiore educazione e senso civico».
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