
Cronaca / Circondario
Sabato 08 Febbraio 2025
Dall’Australia a Erve, la storia del chirurgo Francesco Amico
Chirurgo toscano, dopo avere vissuto e lavorato a lungo in Australia, ha deciso di tornare in Italia e vivere a Erve con moglie e quattro figlie: «Ho capito che il resto del mondo percepisce l’Italia come un posto meraviglioso, mentre noi spesso non vediamo oltre le difficoltà quotidiane»
Erve
C’è chi emigra per cercare fortuna ma c’è anche chi in Italia ci ritorna perché solo qui trova ciò che nessun altro luogo del mondo, seppur bello, potrebbe dargli. Spinge a riflettere la storia di Francesco Amico, 39 anni, chirurgo, che dopo avere vissuto e lavorato a lungo in Australia, ha deciso di tornare nel Bel Paese e vivere in un paesino sperduto alle pendici del Resegone come Erve.
Dopo otto anni nella terra dei canguri, una carriera avviata e una vita agiata a Newcastle, a 160 chilometri da Sidney, Amico ha fatto una scelta che stupisce e si è trasferito con moglie australiana e quattro figlie in una villetta a Erve.
«Ho capito che il resto del mondo percepisce l’Italia come un posto meraviglioso, mentre noi spesso non vediamo oltre le difficoltà quotidiane», racconta il chirurgo, che da dicembre lavora nel reparto di chirurgia dell’ospedale “Manzoni” di Lecco. La sua è una storia di partenze e ritorni. Nato in Toscana da genitori siciliani, ha vissuto a lungo a Varese, dove si è formato. A 26 anni, la scelta di trasferirsi in Australia subito dopo la laurea. Lì continua a studiare e si sposa con Emily, infermiera di professione. Subito dopo, torna in Italia per la specializzazione. Il desiderio di vivere lontano dal caos fa già parte della famiglia Amico, che si stabilisce a Peglio. L’Australia però continua a chiamare. Così, nel 2017, la coppia sale su un aereo e si trasferisce a Newcastle dove si fermano per otto anni, mentre la famiglia cresce.
«Vivere in Australia è facile, - ammette il chirurgo. - C’è meritocrazia, agio economico, i servizi funzionano. Ma manca qualcosa dal punto di vista culturale. La cultura anglosassone è molto pragmatica, mentre l’Europa, e l’Italia in particolare, hanno una profondità culturale irraggiungibile». È un pensiero che non lo abbandona mai, anche se momentaneamente accantonato. L’incontro casuale con il dottor Mauro Zago, primario della chirurgia di Lecco, durante un convegno in Germania, riaccende il desiderio di ritornare. Ma dove? La scelta cade su Erve, piccolo comune del lecchese, dopo una ricerca metodica sulla cartina geografica.
«Volevamo un posto tranquillo, raggiungibile da Lecco ma lontano dalla confusione. A luglio abbiamo fatto un giro esplorativo, facendo slalom tra le moto dei milanesi nella zona del lungolago. Abbiamo visitato diverse località ma Erve ci ha colpito per la sua comunità». Determinante anche la presenza di una scuola come quella montessoriana che potrà essere frequentata da tre delle quattro figlie: Matilda di 11 anni, Olivia di 8, Nina di 4 mentre Lucia di un anno resterà a casa con la mamma. Erve si è rivelata la scelta perfetta: «È un luogo un po’ fuori dal tempo ma è esattamente quello che cercavamo. Il mio lavoro è molto dinamico e tornare in un ambiente così è l’ideale».
Secondo Amico, inoltre, la posizione è perfetta. «Sembra lontano ma in realtà in 50 minuti è possibile arrivare in centro a Milano mentre in 20 minuti si è sulla strada principale che porta a Lecco o Bergamo». Sicuramente, si tratta di una scelta coraggiosa e controcorrente ma che è stata ben ponderata. «Gli italiani non hanno percezione di quanto sia speciale il nostro Paese. La profondità data dalla cultura si percepisce in ogni cosa. Il mondo anglosassone è pragmatico ma in Europa e in Italia c’è qualcosa che altrove non esiste. La vita qui è sicuramente più difficile rispetto all’Australia, ma ci sono piccole cose che danno una ricchezza inestimabile e che solo venendo da fuori si riescono ad apprezzare in pieno».
© RIPRODUZIONE RISERVATA