Cronaca / Circondario
Lunedì 07 Settembre 2020
Da Civate al Brasile
Don Lorenzo, la prima messa
Nuovi sacerdoti: celebrazione sul sagrato della chiesa
e collegamento oltre oceano con la sorella Chiara - L’affettuoso abbraccio di Dolzago a don Marco
La prima messa di don Lorenzo “Lollo” Valsecchi è stata celebrata ieri mattina all’aperto, sul sagrato della chiesa parrocchiale, con tanta partecipazione e il collegamento oltre oceano con la sorella Chiara, sposata in Brasile.
È stata preceduta dal corteo, partito dall’abitazione di Isella, accompagnato dalla banda; all’arrivo, il sindaco, Angelo Isella, ha letto il proprio messaggio: «Con la determinazione che ti caratterizza, saprai amare e servire tutti coloro che incontrerai, trasmettendo gioia, speranza e sicurezza, in piena sintonia con la Chiesa e assolvendo la tua opera nella comunità: mettici sempre – lo ha esortato – la faccia e il cuore».
Di seguito, il parroco don Gianni De Micheli, ha letto quello della sorella del primo cittadino, suor Sara Donata Isella, dal monastero di Perugia, sul «mistero della chiamata: essere scelti dal Padre quali sentinelle in mezzo al suo popolo, sempre sulla soglia tra il misero di Dio e quello dell’uomo». All’offertorio, i genitori del neo prete, Luigi e Mirella, hanno donato il calice e la patena.
Una delegazione della comunità della Madonna dell’aiuto di Gorgonzola, alla quale il novello sacerdote è stato destinato, è intervenuta per esprimere il proprio «grazie per il dono di questa vocazione».
Don Lorenzo ha concluso la cerimonia con verve, ringraziando i genitori e le comunità nelle quali ha svolto il proprio percorso, in particolare «Civate, terreno fertile per le mie radici, che cominciano ora a dare i primi frutti».
Il suo messaggio è stato di «interrogarsi sempre, tutti, su “come voglio amare io, nella vita”, che è la domanda essenziale per tutte le vocazioni ed è il segreto di ogni relazione».
A pochi chilometri di distanza, a Dolzago, intanto, anche don Marco Molteni ha detto la prima messa, in chiesa, accolto dal parroco don Walter Brambilla, secondo cui «ciò che ti santificherà non saranno le poche o le tante messe che celebrerai; sarà, invece, la tua capacità di rivivere in esse il Mistero, facendone regola per le tue scelte e per il tuo agire. Ogni volta che bacerai l’altare ricordati che essere prete è una questione di amore: dall’altare, tutte le volte lo potrai attingere e tutte le volte lo dovrai donare».
L’omelia – un dettagliato parallelismo sull’immagine del pastore – è stata affidata al parroco della comunità pastorale San Grato di Nova Milanese, don Luigi Caimi. Anche qui, è intervenuto per un saluto il sindaco, Paolo Lanfranchi, sulla «sinergia tra amministrazione pubblica e Chiesa per promuovere ideali umani e spirituali».
Tra gli altri, ha parlato l’ex parroco don Giorgio Salati, ripercorrendo i tratti della personalità e del cammino di don Marco attraverso quattro fotografie dell’adolescenza. Don Marco stesso ha concluso la cerimonia con una lunga serie di ricordi, e ringraziamenti.
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