Cronaca / Circondario
Venerdì 12 Maggio 2017
Crac Trafileria di Calolziocorte
Tutte le accuse dei pm
Chiusa l’inchiesta: all’ex ministro, al padre e ad altri cinque indagati contestata la bancarotta
Sono pesanti le ipotesi di reato contestate dai sostituti procuratori della Repubblica di Lecco Paolo Del Grosso e Nicola Preteroti ai sette indagati per il crac della Trafileria del Lario, ex Trafilerie Brambilla, con sede legale a Calolziocorte, dichiarata fallita dal tribunale di Lecco con sentenza del 29 settembre 2014.
All’ex ministro Michela Vittoria Brambilla, tutt’ora deputato di Forza Italia, nell’avviso di conclusione indagini che precede la richiesta di rinvio a giudizio o l’archiviazione i magistrati inquirenti contestano di essere stata amministratore di fatto della società di famiglia fino alla chiusura, nonostante avesse dismesso ogni carica sociale da almeno cinque anni.
Alla parlamentare, così come agli altri indagati, vengono contestate ipotesi di reato previste dalla legge fallimentare del 1942 e riconducibili sostanzialmente alla bancarotta patrimoniale dolosa. Coinvolti a vario titolo oltre alla Brambilla (in qualità appunto di amministratore di fatto), al padre Vittorio, presidente del consiglio di amministrazione, a Nicola Vaccani, prima amministratore e poi liquidatore della società, cognato della deputata, ad Alessandro Valsecchi, cugino nonché amministratore delegato, e i tre membri del collegio sindacale, Francesco Ercole, presidente, Mario Ercole e Aida Tia.
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